Gionata in viaggio, TAPPA 5: Cile - Argentina

7 Febbraio 2009

La festa é come ogni altra festa.

Ci sono un sacco di persone, manca lo spazio, la musica é alta e si urla per parlare.

Però la compagnia di Jonathan, di un’olandese che mi parla ad un pelo dell’orecchio ed anche di Nina, che mi appare davanti dopo una settimana da Ushuaia, mi intrattengono per un paio d’ore.

Torniamo tutti alle tende verso le 3 del mattino e sono sicuro che domani mi risveglierò con poca voglia di andarmene.

 

 

 

 

Sono sveglio vero l’ora di pranzo e Jonathan ancora dorme. Scambio due parole con un israeliano molto educato che mi avvicina mente scendo dalla moto.

Conservo sempre con me una certa freddezza per le persone che mi avvicinano quando sono attorno alla moto.

Nella maggior parte dei casi la conversazione che ne nasce, é l’occasione per gli altri di raccontarmi che moto hanno, che moto avevano e sentirmi porre le solite domande sulle prestazioni della mia.

Invece questo ragazza israeliano porta negli occhi un interesse ed umiltà che mi spiazzano.

Gli rispondo in modo sarcastico a tutta prima, ancora ignaro dell’effetto che i suoi occhi hanno sulla mia sensibilità e poi suggerisco una conversazione per non farlo andar via.

Assieme a lui, dopo una serie di domande sul viaggio, sull’Italia ed Israele, si avvicinano i suoi compagni di viaggio.

Vengo invitato per un caffè israeliano, che viene servito in tazze tutte diverse, sedendo sull’erba in cerchio.

Parliamo per ore ed ore di quella che é la vita ad Israele, del servizio militare, dell’opinione pubblica sulla situazione palestinese, della guerra.

Dalla bocca dei miei nuovi amici arrivano dettagli e riflessione che di rado vengono divulgate nei media, specialmente quando le notizie vengono rielaborate per interessi politici.

La mia posizione in merito cambia svariate volte, perché giudicare gli israeliano per ciò che il governo israelita fa, non é una posizione matura.

Dalle parole dei ragazzi con cui parlo, nel paese si susseguono manifestazioni per la cessazione della guerra ed il servizio militare di leva viene svolto dai giovani 18 appena usciti di scuola, per ovviare all’interminabile domanda di militari ai punti di accesso al paese dalle sei frontiere confinanti.

La giornata passa tutta così.

Con io che parlo con 6, poi 8, poi 15 israeliani, sorseggiando il loro buonissimo te.

E Jonathan che a più riprese si siede con noi e nei momenti successivi riparla di quello che é il suo punto di vista sulla questione, ribadendo che gli israeliani sono tutti colpevoli, perché supportano il loro stesso governo.

Ma allora dovremmo considerarci tutti colpevoli di corruzione, perché ci sono dei governatori corrotti a capo del nostro di governo?

La risposta a voi, signori lettori.

Quando gli israeliani se ne vanno per una scampagnata di perlustrazione, chiedo loro in prestito la chitarra e canto e canto e canto. Jonathan continua dopo che ho finito il mio repertorio.

E con un immediatezza che pare impossibile sia appena accaduta, é già notte ed é ora di cena.

Parlo con Raul, un ragazzo tedesco appena arrivato in moto su una gs 650.

E’ partito dall’Alaska, ha un lato ironico molto poco tedesco e mi da qualche dritta sulla strada che verrà!

E della ruta 40, che mi dici?

Ma – fa lui – ne parlano tutti come fosse la fine del mondo, ma non é niente di che!

E mi pareva – faccio io.

Per la cena io, Jonathan e Gael siamo invitati dalla famiglia francese con cui viaggiano. Crepes calde con dulce de leche, servito alla porta dell’ostello perché dentro non possiamo entrare!

Fra gli altri che alloggiano con MarieLuren e le due figlie, ci sono anche Sarah (una ragazza che spalmerei su una baguette francese per mangiarmela a morsi) ed una ragazza italiana di San Geminiano che viaggia con il ragazzo svizzero.

Ma c’é una sagra toscana qui a El Chalten o cosa? – faccio io

Jonathan si unisce alla mia reazione sorpresa.

Dopo la scorpacciata e qualche flirtatina a parole con Sarah (che ripeto, mi reca lo stesso sconvolgimento ormonale che mi infliggerebbe una donna nuda dopo 30 giorni di astinenza), noi maschiacci torniamo al camping per la buona notte.

Mi chiedo in tenda.

La moto é già pronta per partire.

Domani sveglia alle 7.

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Relativo a Gionata Nencini

Mi chiamo Gionata Nencini, toscano classe 1983 e viaggiare in moto è la mia più grande passione. Nel 2005, a 21 anni, parto per il giro del mondo con in tasca solo 2.200 euro e oggi ho uno storico di 500.000 km percorsi in solitaria attraverso 77 paesi. PARTIREper è il blog che racconta le mie esperienze e quelle della mia community.

  1. FaiLeValigie.it ha detto:

    Ci sono più italiani li che qua 🙂

  2. Filippo Falli ha detto:

    Non sai più scrivere in Italiano!

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