Settimana 17 e 18 (dentro al Nepal)

La passione per le moto, dicono, ce l’hai nel sangue.Io l’ho ereditata da mio padre quando, a sei anni, lo seguivo in sella alla sua Dominator sulle colline toscane. Ad occhi chiusi, stretto alla sua giacca, ricordo il peso della mia testa che oscillava a destra e a sinistra lungo i tornanti. Ricordo il rumore del traffico e degli animali di campagna e il rombo del motore farsi più acuto e poi grave.
Ed è così che ho imparato ad amare le moto. Non per quello che realmente sono ma per ciò che sono in grado di suscitare in me.

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Settimana 13 e 14 (India, Kashmir, Ladakh)

Il mio rapporto con internet è idilliaco: sul web condivido la mia avventura, distribuisco il mio libro, organizzo eventi e promuovo i viaggi di gruppo in Patagonia. Ma più di ogni altra cosa internet mi tiene vicino alla mia famiglia. Ecco perché questi 14 giorni in Ladakh sono stati intensi: senza internet la distanza da casa ha reso nostalgico anche un motoviaggiatore navigato come me. E qualcuno cominciava a preoccuparsi…

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Settimana 12 (Pakistan del Nord)

Dopo 12 anni, 70 paesi e 375.000 km, questa moto ha per me un grande valore affettivo.
Assieme abbiamo esplorato il mondo, facendolo diventare casa nostra, abbiamo sfidato sterrati, guadi, deserti e conquistato passi altre i 6.000 metri. Abbiamo collezionato cadute e cicatrici, e ci siamo sempre rialzati.
In sella a questa moto mi sono fatto un nome, ho fondato la mia attività (www.ridetrueadv.com) e ho vissuto le esperienze che racconto nel mio libro.
Con la rottura del telaio posso solo augurarmi due cose:

la prima: portare a termine questo viaggio, assieme
la seconda: trovare una degna sostituta per le avventure future
Ma per adesso è meglio risolvere il problema portare a termine quello che abbiamo iniziato.
In ogni caso grazie per essere stata la mia instancabile compagna di viaggio.

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Settimana 11 (Pakistan con scorta armata)

La paura e il coraggio si valorizzano a vicenda perché in assenza di una, l’altro non può esistere. Entrambe sono le facce della moneta inestimabile che chiamiamo “scelta”, facoltà che determina il nostro presente, passato e futuro.
Quando ho scelto di viaggiare in Pakistan ero consapevole dei rischi, ma anche del privilegio di vivere questa esperienza. Tuttavia, fintanto non sarò uscito da questo paese, non potrò dire di aver fatto la scelta giusta.

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Settimana 9 e 10 (dentro alla Repubblica Islamica dell’Iran)

Nel profondo di ognuno di noi c’è il pregiudizio. A volte affiora come erbaccia e rapidamente la strappiamo via, alcune volte la trascuriamo lasciando che diventi un ostacolo e spesso la strumentalizziamo per giustificare il nostro disinteresse verso ciò che è diverso, facendo di quell’erbaccia il nostro giardino, la nostra fortezza. Le realtà diverse dalla nostra, per essere comprese, devono essere vissute sulla propria pelle e questo è un requisito estremamente impegnativo. Quindi è più facile fare di tutta l’erba un fascio. Ed è a sfavore di questo atteggiamento che ho viaggiato nella Repubblica Islamica dell’Iran.

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Settimana 8 (Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan)

Ho scoperto troppo tardi e a mie spese quanto la frontiera del Turkmenistan sia inflessibile ed essermi presentato in dogana senza visto è un errore che non mi perdonerò mai.
Qui tutto dipende dal doganiere che sfoglia il mio passaporto e, come spiego nel mio libro, l’ultima speranza è quella di far breccia nell’essere umano celato dentro all’uniforme.

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