Gionata in viaggio, TAPPA 4: Nuova Zelanda

10 Gennaio 2008

Ora non so perché non ci sono più le foto che ho scattato dal 10. Se le ho perse mi mangio la foto camera, la cago e la sbatto per terra finché i transistor ed i condensatori non si mettono a piangere.

Mi sveglio sotto al sole che trasforma la mia tenda mono posto in una serra. Sono un po’ sudato ed ho bisogno di cibo. Mangio del pane che mi é avanzato dalla giornata prima e corro al bagno pubblico per lavarmi i denti.

A volte l’igiene personale divente un’esigenza impellente.

Nella baia in cui ho dormito si aggira da qualche settimana un delfino che nuota fin quasi alla riva e gioca con i bambini facendosi accarezzare. Trovo una foto con articolo su una sorta di gazzetta locale.

Mi incammino.

Ho in programma di usare un po’ di internet per chiedere al mio editore come scrivere i nuovi articoli e magari anche comprare un nuove 3 piedi (il 4 da quando sono partito). Se la trovo a meno di 20 dollari, compro anche una chitarra. E chi se ne frega!!!!

Sono fermo in città per il pranzo. Non trovo il tre piedi. Non trovo la chitarra. Ma noto che, quando comprerò la video camera nuova, comprerò una digitale di quelle che salvano su Hdd. Così non avrò più mini dv da comprare (che mi costano 25 euro a botta).

Quello sarà il mio nuovo investimento.

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Mi fermo per 45 minuti all’internet point. Mando una mail all’editore ed aspetto per la risposta. Poi mi rendo conto che in Italia sono tipo le 3 del mattino.

Esco, salgo in moto e mi metto a guidare. Vorrei arrivare almeno oltre la costa e pernottare nella parte nord, in modo da essere a wellington domani.

Al computer, Clod, un mio lettore, mi dice che mi aspetta a Wellington e che posso essere suo ospite. Inoltre contatto qualche CS in caso di emergenza.

Mi risponde via sms Margot. Non ho letto il profilo. Non ho visto la foto. In caso avrò bisogno di stare da lei per una notte, mi organizzerò.

Per strada, dietro ad un lungo tornante, trovo una pecora morta. Poi no! Aspetta. Non é una pecora. E’ una fodera da sellino auto fatta di lana di pecora.

Da anni mi era stato detto di foderare la sella della moto con una di quelle per avere una comodità ed una sofficità migliori. Raccatto al volo l’ammasso di lana grigia e la lego sulla borsa da sella, tenendo bene in mente di provare a farla calzare sulla sella prima possibile.

Verso sera, arrivato in una zona molto più remota di quella in qui ho finora guidato, appare un’area di sosta che si affaccia su un fiume.

Sto per gettarmici nudo e farmi un bagno, ma un cartello mi avverte della presenza di alghe e mucillaggini tossiche.

Vietato bere, dice il cartello. Per sicurezza, visto che i pinzi di sandflies mi hanno segnato le gambe di tagli, evito anche di tuffarmici. Mi ci lavo solo le mani.

La tenda è montata e così mi metto a tagliare la fodera di lana su misura della sella. Non credo ai miei occhi quando la vedo montata.

Calca a pennello. E non ho usato ne spago ne colla. Ho semplicemente fatto dei fori in prossimita dei perni su cui la sella si fissa al telaio ed il gioco é fatto.

Vado a letto senza doccia, ma con la sella di lana. E adesso dirò al mondo che faccio il giro su una pecora

YUHUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!

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Relativo a Gionata Nencini

Mi chiamo Gionata Nencini, toscano classe 1983 e viaggiare in moto è la mia più grande passione. Nel 2005, a 21 anni, parto per il giro del mondo con in tasca solo 2.200 euro e oggi ho uno storico di 500.000 km percorsi in solitaria attraverso 77 paesi. PARTIREper è il blog che racconta le mie esperienze e quelle della mia community.

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