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Le protezioni moto servono? Se si, quali?

Paracoppa dell’olio

Se il tuo viaggio-avventura prevede l’attraversamento di strade sterrate o pietrose, valuta se il paracoppa dell’olio in dotazione sulla tua moto è sufficientemente protettivo. Solitamente, sulle moto da viaggio vengono montati dei paramotori in plastica o kevlar, la cui azione protettiva è adeguata se si viaggia su asfalto, ma limitata sulle strade più impervie. La mia Transalp montava di serie un paracoppa dell’olio in plastica che ha svolto egregiamente il suo lavoro su tutti i terreni pietrosi della Siberia e sulle strade bianche della Patagonia. Ma fino a quel punto del viaggio la mia velocità di crociera era stata abbastanza blanda. Quando poi imparai a dominare la moto con più sicurezza anche negli off-road, aumentando di conseguenza la mia velocità e azzardando anche qualche fuori pista più risoluto (compreso l’attraversamento di guadi!), allora decisi di sostituire il vecchio paracoppa dell’olio con uno in alluminio, più pesante ma decisamente più protettivo. Ne acquistai uno prodotto artigianalmente dallo stesso transalpista ideatore della cassetta porta attrezzi [www.partireper.it/paracoppa-in-alluminio]. Mi accorsi dell’utilità di questo accessorio quando, qualche mese più tardi, lo smontai e notai che la sua sagoma era bozzata e ammaccata in diversi punti, segno che aveva svolto il suo lavoro. Se avessi mantenuto il pezzo originale in plastica, probabilmente avrei rischiato di romperlo e magari di danneggiare anche il carter.
Se devi scegliere un paracoppa dell’olio, ti consiglio di adottarne uno in alluminio dello spessore di circa 4mm. Puoi costruirlo da te, oppure ricorrere alle tante soluzioni proposte dalle aziende after-market. Evita però le soluzioni minimaliste, magari più gradevoli dal punto di vista estetico, ma con i loro limiti in termini di protezione.
Come già detto, alcuni motoviaggiatori utilizzano la parte anteriore del paracoppa dell’olio per predisporre il loro vano porta-attrezzi. Personalmente ritengo che sia una zona un po’ troppo esposta agli urti. Perciò in quella sede vi nascosi solo un paio di leve di ricambio (quella del freno e quella della frizione), legate con un fil di ferro all’interno della piastra. Se non ti troverai a doverle mai sostituire in seguito ad una caduta (anche da fermo) occuperanno poco spazio senza essere d’intralcio.

Barra paramotore

Un altro accessorio di protezione è la barra paramotore. Ne esistono di diversi tipi. Le più basilari proteggono i fianchi della moto solo nella parte inferiore, avvolgendo il motore (nei boxer, avvolgono o coprono la testa dei due cilindri), mentre quelle più complesse sono delle vere e proprie barre anticaduta e proteggono anche la parte più alta della moto avvolgendola sulle carene laterali e difendendo la zona del serbatoio, il radiatore e la forcella anteriore.
Le barre anticaduta sono utili per diversi motivi:
proteggono la ciclistica della moto da eventuali danni dovuti a una caduta. Per le cadute più gravose non possono garantire una protezione totale, ma comunque escludono danni più seri;
fungono da punti di appiglio per montare altro carico: possono sostenere sacche morbide, taniche o borracce;
forniscono dei punti di presa che aiutano a sollevare la moto in caso di caduta;
forniscono dei punti di ancoraggio nel momento in cui bisogna imballare e spedire la moto in un container o trasportarla su un camion;
possono essere un punto d’appiglio per fissare la videocamera ed effettuare delle riprese di viaggio in marcia.

Paramani e moffole

Anche i paramani fanno parte di quelle protezioni molto utili contro il vento, la pioggia e il freddo.
Ne esistono principalmente di tre tipi: aperti (si fissano sul manubrio solo in prossimità dell’estremità più interna delle manopole), chiusi in plastica (si fissano sia sulla parte interna delle manopole sia sulla parte finale del manubrio) e chiusi con un’anima di metallo (generalmente in alluminio).
I paramani chiusi sono decisamente più indicati perché, oltre ad essere più protettivi, in caso di caduta diventano il primo punto di contatto con il suolo e salvaguardano così le leve di freno e frizione da possibili rotture. Inoltre, un paramani chiuso non è “rumoroso” quanto uno aperto, che al contrario sarà inevitabilmente soggetto alle vibrazioni della moto. Un ultimo vantaggio del paramani chiuso è quello di fungere da punto di ancoraggio per le moffole invernali, che consistono in una protezione in materiale impermeabile e imbottito che riveste le manopole e permette di infilarvi dentro le mani. In Siberia, Corea del Sud, Canada e Alaska mi sono state estremamente utili.

Protettore faro

Scheggiai il faro anteriore della mia Transalp in Kosovo a causa di una pietra sollevata da un trattore, ma un sasso più grande di quello avrebbe potuto rompere completamente il faro, e allora sarebbe stato un bel problema, oltre che una bella spesa. Per proteggere i fari dagli urti di pietre e da ogni genere di agente esterno, esistono delle protezioni di rete metallica, le cui maglie lasciano passare solo le pietre più piccole e innocue. Oppure esistono delle mascherine realizzate in policarbonato da montare proprio davanti al faro. Queste ultime, però, sono soggette a sporcarsi molto velocemente e ad opacizzarsi altrettanto facilmente, e perciò vanno mantenute sempre pulite, altrimenti il faro non illuminerà la strada a dovere.

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Relativo a Gionata Nencini

Mi chiamo Gionata Nencini, toscano classe 1983 e viaggiare in moto è la mia più grande passione. Nel 2005, a 21 anni, parto per il giro del mondo con in tasca solo 2.200 euro e oggi ho uno storico di 500.000 km percorsi in solitaria attraverso 77 paesi. PARTIREper è il blog che racconta le mie esperienze e quelle della mia community.

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