Essere ambasciatori del proprio paese

La scoperta del mondo attraverso il tuo viaggio-avventura in moto non sarà frutto di un monologo, in cui è solo ciò che vedrai a parlarti; piuttosto, sarà frutto di un dialogo, quello che instaurerai con le persone e le situazioni incontrate. È da questo scambio reciproco che potrai ridefinire la persona che sei e allo stesso tempo decidere quale parte di te lasciare agli altri.

Eppure io ricordo i thailandesi come persone sorridenti, affabili e sempre disponibili. Per meritarsi un BAN così esplicito ne devono essere successe di vicissitudini sgradevoli.

Spesso, il viaggiatore meno esperto si dimentica del fatto che le persone che incontrerà lungo la strada valuteranno lui, e il suo paese di origine, in base al suo agire nei brevi attimi che condivideranno.

Le occasioni saranno parecchie, ma spesso fugaci. Sfruttale quindi nel migliore dei modi per cercare di comunicare al mondo “là fuori” la tua identità, la tua cultura, i valori in cui credi e le peculiarità più belle della tua nazione.

Sovente noi italiani siamo additati come rumorosi, chiacchieroni, disordinati, troppo esigenti e poco inclini a lasciare mance (almeno, questa è la descrizione che mi fu fatta di noi più volte e in diversi paesi da persone che incontrai in viaggio). Molti potrebbero ritrovarsi in questa descrizione, ma sicuramente obbietteranno che gli italiani hanno anche incredibili qualità. La questione è che gli esempi negativi rimangono molto più impressi nella memoria collettiva di quelli positivi. E così che nascono gli stereotipi e i preconcetti di cui ogni cultura o paese sono vittime.

Malesia 2006. La notte prima sono rimasto a piedi a causa della rottura delle centraline. Ho bivaccato in un cantiere sul bordo della strada e la mattina ho spinto la moto fino ad arrivare a Parit Buntar. Le persone del posto mi accolgono con ospitalità e amicizia. Mentre decido su come risolvere il problema alle centraline, eccoci in una abbuffata di Roti Canai! L’indomani, a stomaco pieno, deciderò di raggiungere Kuala Lumpur in autobus e comprare il ricambio su eBay.

Ricordo che durante la mia permanenza in Cambogia, nei giorni in cui non prestavo servizio di volontariato presso l’orfanotrofio, ero solito recarmi sempre nel medesimo internet point per lavorare al computer. Un giorno, mentre mi trovavo lì, entrò un altro giovane italiano e si sedette a una delle tante postazioni. Purtroppo, i computer del locale erano molto lenti e il ragazzo non riusciva a scaricare la posta elettronica. D’un tratto si innervosì, imprecò ad alta voce, premette con forza le dita sulla tastiera e poi sbraitò verso il commesso. L’inserviente arrivò tutto trafelato, imbarazzato per l’accaduto, quasi azzittito dal nervosismo del cliente. Mise mano al computer per cercare di risolvere la situazione e, nel farlo, chiuse la finestra del browser. A quel punto il ragazzo italiano andò in escandescenza. Inveì pesantemente contro il commesso, si alzò, sbatté la sedia sul pavimento e se ne uscì arrabbiato senza nemmeno pagare.

Questa fu una delle tante scene a cui assistetti e che fece maturare in me la consapevolezza dell’importanza che ciascuno di noi deve dare alle proprie parole e alle proprie azioni. Là fuori siamo ambasciatori della nostra cultura e del nostro paese. Ricordati in ogni momento che attraverso le tue azioni tu rappresenti l’Italia all’estero e sei responsabile dell’immagine e della reputazione della tua nazione. È una responsabilità grande. E al tempo stesso affascinante, purché la si sappia cogliere.

C’è un altro episodio che vorrei condividere con te per aiutarti a riflettere sulla questione. Mi trovavo a Bangkok, in una strada vicino a Khao San Road, nella zona degli ostelli. Stavo passeggiando per cercare un posto dove dormire. Siccome mi sarei fermato in città diversi giorni e avevo a mia disposizione tutto il tempo che volevo, decisi di vagliare attentamente tutti gli ostelli del luogo e scegliere attentamente quello che mi avrebbe soddisfatto di più. In più di un’occasione, sulla porta di ingresso o in prossimità della reception della maggior parte degli ostelli, notai dei cartelli, spesso scritti a mano, che avvisavano: “Gli israeliani non sono ammessi”. Finché, mosso dalla curiosità, leggendo l’ennesimo cartello con la stessa frase, ne chiesi il motivo. Mi risposero che sovente si erano verificati problemi con loro: «Gli israeliani si lamentano sul prezzo, pagano meno, rompono le cose nelle stanze e disturbano gli altri clienti.»

Non posso sapere se tutte quelle accuse fossero vere, ma c’è una cosa di cui fui certo: come mi sarei sentito se un giorno qualcuno avesse scritto sulla porta di un albergo: “Gli italiani non sono ammessi”?

Contatto con gli autoctoni

Ciascuno ha la propria personalità. In accordo con il tuo carattere, cerca sempre di relazionarti agli altri in modo piacevole, rispettoso, sobrio e leggero. Ti aiuterà nel contatto con gli autoctoni, a socializzare con la gente, a ricevere il loro aiuto e a smorzare la tensione nelle situazioni di difficoltà. Sii sempre te stesso, e allo stesso tempo mostra interesse verso gli altri. Più ti aprirai, più sarai avvicinato dalle persone, e l’incontro con ciascuna di loro porterà un valore aggiunto al tuo viaggio.

Alcune persone ti daranno suggerimenti o consigli, altre ti inviteranno a provare un’esperienza nuova, altre ti offriranno ospitalità e altre ancora ti persuaderanno a cambiare i tuoi piani di viaggio. Tutto ciò faciliterà lo scambio culturale e sarà uno degli aspetti più affascinanti della tua avventura.

Non avrebbe senso limitare il viaggio al guidare per ore e ore in sella alla propria moto chiudendosi nel proprio mondo interiore.

Contatto con gli animali

In Australia ho dormito con un serpente marrone che strisciava sotto la mia tenda e incontrato canguri rossi e coccodrilli; in Cile ho avuto qualche incontro ravvicinato con ragni rincòn (considerati letali); in Laos ho trovato mucche per la strada; in Nuova Zelanda ho soccorso delle balene che si erano arenate sulla battigia della spiaggia e che rischiavano la vita se non fossero state riportate subito in acqua; ho visto tigri in Malesia, puma e guanaco in Patagonia, orsi bruni in Russia e bisonti in Nord America.

Contrariamente a quello che si può pensare, in tanti anni di bivacco-avventura non ho mai avuto alcun tipo di problema con gli animali. Gli animali non si avvicinano a una tenda per irrompervi. Lo fanno solo se si sentono minacciati o se sono particolarmente affamati. Nel 2005, in Siberia, ebbi l’onore di campeggiare insieme a Ian Hibell, che allora aveva 66 anni e stava proseguendo la sua pedalata mondiale in sella alla sua bici. Mi raccontò che quando si trovava in Namibia aveva bivaccato nella savana e la mattina dopo si era trovato di fronte a dei leoni. Non gli fecero nulla.

Nel 2016, in Nepal, accampai nella macchia lungo la strada. Mi sentivo osservato ma a tarda notte caddi in un sonno profondo. Al mattino, uscendo dalla macchia, mi accorsi che le strade erano disseminate di cartelli giallo fluo che indicavano zona ad alta presenza di tigri del bengala.

Per assurdo, ciò che noi reputiamo rischioso non lo è, mentre le insidie più grandi potrebbero arrivare da situazioni che reputiamo ordinariamente inoffensive: alcune spiagge australiane, ad esempio, sono popolate da squali, meduse giganti e altri pesci, per cui fare il bagno in quei mari è poco raccomandabile.

Contatto con la flora locale

Alcune credenze sono totalmente infondate (come quella di non addormentarsi sotto le piante in presenza di molta vegetazione), altre sono eccessivamente allarmiste (come quella di non sostare sotto una palma di cocco, onde evitare di essere ucciso dalla caduta di una noce sulla propria testa). Tutto è a discrezione della propria sensibilità. Ovviamente evita tutti quei cibi selvatici della cui commestibilità per l’uomo non sei certo: funghi, bacche, frutti a te sconosciuti. Se invece le tue conoscenze in fatto di flora e fauna ti rassicurano della bontà di certe specie, puoi raccogliere, cacciare e pescare senza timore.

Metti in conto eventuali dissenterie o piccole intossicazioni alimentari dovute più che altro a batteri o microrganismi fino a quel momento sconosciuti al tuo corpo.

Se sei allergico, tutelati in anticipo e assicurati di avere con te i dovuti farmaci in caso di crisi asmatiche causate dalla presenza di pollini o piante particolari.

Avere il giusto contatto con la flora non significa solo proteggersi da essa, ma implica anche (e in primo luogo!) di averne il dovuto rispetto. Proteggi la natura: raccogli i tuoi rifiuti, non inquinare, evita di accendere fuochi in zone a rischio di incendio. Purtroppo non sono rari i casi di campeggiatori che hanno procurato gravi danni alla vegetazione per aver acceso un fuoco in una zona secca.

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Sesso e seduzione in viaggio

Smentiamo subito il bigottismo ingiustificato.

Il modo più autentico e genuino per conoscere un popolo e la sua cultura è attraverso la sua cucina, il mondo del lavoro e il sesso. Consiglio vivamente di vivere qualunque di queste tre esperienze quando si è in viaggio, se le condizioni e le circostanze lo consentiranno. Assaporare la cucina locale è molto semplice. Lavorare diventa possibile solo per i viaggi più lunghi. Mentre le esperienze più intime con persone conosciute in viaggio dipendono dall’abilità di interagire sia con gli abitanti del posto che con altre persone in visita nel paese in cui ti troverai.

Quando parlo di seduzione e sesso in viaggio non mi riferisco al turismo sessuale. Mi riferisco al sesso consenziente da entrambi le parti, nato dagli incontri, dalle relazioni e dalle occasioni di scambio che la tua avventura ti metterà a disposizione.

Le possibilità per incontrare e frequentare una ragazza sono infinite, il modo in cui sedurre una donna è lasciato alla tua creatività. Ora non voglio proporti un manuale di conquista, ma mi dilungherò sul tema per invitarti a riflettere su alcuni aspetti.

Innanzitutto, ricorda che sarai visto come uno straniero, un turista in viaggio, e che la tua moto emanerà di per sé un certo fascino e una certa dose di curiosità. In queste condizioni, sarà facile incarnare l’immagine del “marinaio di quartiere”, e sarà altrettanto probabile attrarre partner che ti frequenteranno per secondi fini. A volte il sesso potrebbe essere l’esca per coglierti in un momento di vulnerabilità.

Cerca quindi di comprendere se il partner con cui ti stai relazionando è sincero, e se siete in cerca della stessa esperienza. Il sesso, se praticato in modo naturale, è indice di serenità.

Cerca inoltre di comprendere la cultura del posto e adatta il tuo approccio a quelle che sono le usanze del paese in cui ti trovi. In Asia, ad esempio, il contatto fisico o il complimento verbale accompagnato da un tono di voce mieloso sono inappropriati finché la coppia non ha sperimentato una certa intimità, che inizia con il bacio. In America Latina, al contrario, i rapporti interpersonali sono più fisici (classici due baci sulle guance, quando ti presenti a un sconosciuta), e di conseguenza la seduzione può essere più smaliziata e spudorata. Il “one night stand” o incontro “di una notte” è praticato tanto in Italia come in tutto il mondo e scaturisce dalla reciproca attrazione e curiosità (lei è esotica per te, ma tu lo sei per lei).

Generalmente, ogni donna saprà che tu sei lì solo di passaggio, ma è sempre bene mettere le cose in chiaro. Quando pernotterai in un ostello o in una zona turistica, troverai ragazze in viaggio da sole che, come te, esplorano il mondo in maniera indipendente. In questo caso l’intesa che si crea fra due viaggiatori conosciutisi per caso in un luogo qualunque accentua ancora di più l’interesse sessuale. In alcuni casi, questi incontri possono farti trovare la persona ideale (come è successo a me, ad Andrea Livio e Claudio Giovenzana. In un certo senso, questa è la prova che aprirsi anche alla dimensione intima del viaggio, può offrire incontri meravigliosi e opportunità travolgenti in grado di cambiare la vita.

Un approccio responsabile alla pratica sessuale è indispensabile in viaggio tanto quanto lo è in Italia. Le STD esistono ovunque, non dipendono tanto dal paese, quanto dal partner che si frequenta.

Lingua e comunicazione

Quando partii dall’Italia parlavo solo un po’ di inglese, a livello scolastico. Ben presto mi resi conto che, ad eccezione dei paesi anglofoni, l’inglese all’estero lo sapevano in pochi, e in quei paesi in cui lo

Semplificazione delle lingue parlate nel mondo

si parlava, il mio livello era troppo scarso. L’inglese scolastico può aiutare a sopravvivere, ma non a lavorare. Migliorai la conoscenza della lingua durante il mio Working Holiday Visa in Australia. Poi, quando volai in Sud America, dovetti iniziare da zero, cimentandomi nell’apprendere da autodidatta lo spagnolo, ascoltandolo parlare. Essendo una lingua neolatina come l’italiano, fui presto in grado di comprendere ciò che mi veniva detto, ma solo dal quarto mese cominciai a mettere insieme le prime frasi di senso compiuto. Alla fine, parlarlo diventò un piacere: imparai le espressioni tipiche e qualche slang, cominciai a pensare e perfino a sognare in spagnolo.

Alcune persone sono maggiormente predisposte all’apprendimento di una nuova lingua, ma nessuno ne è impossibilitato. Tutto viene con la pratica, l’impegno e la necessità. All’estero, l’esigenza di sopravvivere e di farsi capire in situazioni di bisogno accelera notevolmente la velocità di apprendimento, molto più che se si dovesse studiare una lingua sui libri o frequentando un corso in Italia.
Dove non riuscirai ad esprimerti a parole, potrai sempre aiutarti con la gestualità, la mimica, il linguaggio del corpo o addirittura disegnando delle vignette. In certe situazioni la comunicazione può diventare qualcosa di estremamente creativo e divertente.

Più volte mi capitò di condividere intere giornate con persone che non parlavano la mia stessa lingua. In Asia, ad esempio, ricordo che la gente mi parlava e io, pur non comprendendo alcun suono da loro emesso, potevo intuire il tema del loro discorso, e capire se erano felici o preoccupati, se stavano scherzando o interloquendo seriamente. Li ascoltavo ponendo attenzione al tono della loro voce, ai loro gesti e al loro linguaggio non verbale. Era piacevole, e a mia volta potevo relazionarmi con loro usando lo sguardo, la mia mimica, o un cenno del capo. Provare per credere.

Chiamare casa

Grazie alla tecnologia, le soluzioni sono molteplici. Skype è ancora oggi la più apprezzata. Con un computer o un tablet o uno smartphone collegati online, è possibile effettuare videochiamate gratuitamente. Pagando una ricarica sul proprio account, è inoltre possibile chiamare tutti i numeri privati, fissi o mobili (non vale per i numeri verdi), utilizzando il proprio PC come telefono. Arricchisci la tua rubrica di Skype con tutti i contatti che potranno tornare utili durante il tuo viaggio: numeri o account di meccanici, ambasciate, amici, persone conosciute su couchsurfing o su altri social.

Sim locali

Se prevedi di fermarti parecchio tempo in un paese, puoi comprare una sim locale con traffico telefonico prepagato in modo da evitare i costi esorbitanti del roaming sulla tua sim italiana.

Sarai sempre reperibile da tutte le persone con cui ti relazionerai in quel paese: un amico che ti ospita, una ragazza che hai conosciuto, l’officina alla quale hai lasciato la moto, l’ambasciata dalla quale stai aspettando i documenti.

Turshia 2016. Con una sim locale sono riuscito a postare un video sui social anche mentre accampavo in questo punto meraviglioso della Cappadocia.

La sim locale ti aiuterà a comunicare anche con i tuoi familiari o amici in Italia. Loro potrebbero chiamarti utilizzando un credito Skype oppure attraverso Edicard. Edicard si acquista in tabaccheria ed è un servizio telefonico che consente di effettuare chiamate dall’Italia verso tutte le destinazioni nazionali e internazionali a prezzi molto vantaggiosi. Con un credito di 5 euro, ad esempio, si ha un traffico verso il Sud America pari a 180 minuti per chiamare un cellulare, e a 360 minuti per chiamare un numero fisso.

Zeromobile

Un altro modo per metterti in comunicazione con i tuoi contatti in Italia è il servizio Zeromobile.it. Se tu e la persona con la quale ti interessa parlare vi dotate entrambe di una sim Zeromobile, potrete chiamarvi reciprocamente da oltre 140 paesi del mondo spendendo 15 centesimi al minuto. Qualora tu ricevessi una chiamata, Zeromobile funzionerà come una sim locale e pertanto non pagherai il roaming, mentre chi ti chiamerà dall’Italia da numero fisso o con una sim nazionale, pagherà il costo di una chiamata su un numero di rete fissa nazionale.

World sim

Nel 2016 acquistai questa sim prepagata perché mi avrebbe permesso di utilizzare i dati internet in tutti 18 paesi delle Vie della Seta che stavo attraversando. La scelta si è rivelata negativa in quanto, le tariffe dei MB scaricati/caricati risultarono più alte rispetto a quelli di una sim locale (con la quale oggi hai a disposizione da 1 a 4 GB di traffico).

Terminai il credito in Turchia e non la ricaricai più. Adesso è nel mio museo personale di orpelli usati in viaggio.

PAESE CHE VAI, FAUNA CHE TROVI