Benché l’idea di pernottare sotto le stelle e ridurre a zero il costo per dormire possa entusiasmarti, ti invito a riflettere sulla reale necessità di praticare il bivacco-avventura.

Per bivacco-avventura si intende la pratica di campeggiare all’aria aperta nelle zone non attrezzate e che in alcuni casi possono essere anche zone private molto remote, in cui le probabilità di imbattersi nel proprietario sono irrisorie.

Durante gli otto anni di viaggio in moto ho pernottato liberamente il 90% delle volte, concedendomi un letto vero e proprio solo in caso di ospitalità dei locali o di couchsurfing o in quelle rare occasioni in cui potessi permettermi un ostello. Durante le notti in tenda che ho trascorso fra i Balcani, in Siberia, nelle giungle asiatiche, nei deserti australiani, tra i fiordi neozelandesi, le steppe patagoniche, l’Amazzonia e le distese innevate dell’Alaska, non ho mai avuto alcun problema, salvo qualche raro caso in cui gli abitanti del luogo mi avevano avvicinato alle ore più strane della notte per chiedermi se stessi bene e se avessi bisogno di qualcosa. Questo dimostra che bivaccare con criterio può accrescere l’avventura del tuo viaggio, senza compromettere la tua incolumità.

Valuta tuttavia la reale necessità di premunirti di tutta l’attrezzatura da bivacco-avventura. Non solo tenda, materassino e sacco a pelo occuperanno spazio prezioso nelle tue borse, ma comporteranno anche una spesa non indifferente. Considera quindi se utilizzerai la tenda e tutto il resto dell’equipaggiamento per il pernottamento con una frequenza tale che ne giustifichi l’ingombro, e soprattutto valuta se la spesa che affronterai per comprare questi oggetti ti farà davvero risparmiare rispetto alla possibilità di dormire in ostelli economici o attraverso formule di “ospitalità” gratuita come il couchsurfing.

Se il viaggio sarà relativamente breve, per esempio, potrai pianificare le tue soste con anticipo, e con esse preventivare la cifra media di ogni struttura ricettiva, garantendoti anche la disponibilità di una stanza al momento del tuo arrivo. Alloggiare ogni notte in un bed&breakfast o presso qualche ostello potrebbe essere più conveniente del bivacco-avventura, che oltretutto richiederà più tempo alla tua esperienza di viaggio già limitata nel tempo. Nel caso in cui tu stia affrontando un viaggio di mesi o anni, il bivacco-avventura ha il grande vantaggio di ridurre il costo di pernottamento a zero, incidendo non di poco sul tuo budget e donandoti una serie inestimabile di tramonti e notti sotto cieli stellati. Questa è la soluzione che preferisco e che ti consiglio di non trascurare a causa di qualche luogo comune secondo il quale il mondo è pericoloso, e così via. La moto ti permette di raggiungere in 30 minuti le zone più desolate di una grande regione e tale vantaggio ti permette di dormire dove vuoi, quando vuoi, come vuoi.

Tuttavia la tenda comporta un impegno aggiuntivo – a fine giornata e all’inizio di quella successiva -, e un certo spirito d’adattamento che, al termine dei trasferimenti in moto più lunghi e più intensi, potrebbe venire meno (non sempre avrai una doccia o un corso d’acqua pulito in cui lavarti). Se non vuoi rinunciare a nessun aspetto dell’avventura e opterai per dotarti anche dell’equipaggiamento necessario per pernottare in modo autonomo, ecco alcuni consigli utili per scegliere l’attrezzatura che diventerà la tua casa itinerante.

Tenda

Le tende si possono classificare in tre grandi categorie:

  • tende per il tempo libero. Sono essenziali nella struttura e pensate per la pesca, per gli hobby all’aria aperta o per offrire un riparo dal vento o dal sole in spiaggia come in montagna. Costano molto poco (anche meno di 15 euro), ma la protezione dagli agenti esterni è limitata.
  • tende professionali. Sono pensate per l’alpinismo e progettate per resistere alle condizioni meteo più estreme. Hanno un’impermeabilità superba, vantano materiali ultraresistenti, sono molto leggere da trasportare e occupano poco spazio una volta ripiegate. Il loro costo supera i 400 euro.
  • tende per turismo ad ampio raggio. Sono pensate per il campeggiatore che viaggia e si sposta con regolarità, ma che non ha velleità estreme. La loro protezione è sufficiente per vivere all’aria aperta. Hanno già un doppio strato di copertura e si montano più facilmente delle tende professionali. Il loro costo medio oscilla tra i 30 e i 60 euro. Occhio agli ingombri da chiuse!

Nella mia esperienza, ho testato tutte le tre tipologie di tende. Partii dall’Italia con una tenda super-economica, sicuro che mi sarebbe bastato un “tetto” per ripararmi dall’acqua e dal vento.

Purtroppo, complici anche i climi rigidi della Siberia, la scelta si rivelò inappropriata. Per quanto semplice ed economica, la tenda aveva un lato aperto che non mi proteggeva per nulla dal freddo e la sua struttura era troppo ingombrante per giustificare una funzionalità tanto ridotta.

La tenda 2 secondi è nota per il grande ingombro da chiusa, rappresentato da un disco di diametro 55 cm per la monoposto (foto sopra, fuori produzione) e di 65 cm per la biposto. Fissala bene!

Arrivato in Australia, acquistai quindi una tenda professionale. Smontata, occupava meno spazio del mio sacco a pelo. Era leggera, perfettamente coibentata ed estremamente protettiva. Aveva però un grande difetto. Era alta meno di un metro, altezza che mi consentiva di dormirci, ma non di viverci. Se consideri che la tenda diventerà la tua “casa itinerante”, potrai intuire quanto sia importante che essa ti offra non solo un riparo per la notte, ma anche un luogo dove poterti rilassare a fine giornata: leggere, lavorare a computer, rivedere le foto scattate e i video registrati, o semplicemente preparare la cena sedendo in prossimità del suo ingresso. La tenda professionale che avevo con me era una specie di “sarcofago”: ci potevo entrare solo strisciandoci dentro, e non vi si poteva fare altro che dormirci.

Un altro svantaggio di questa tenda professionale era l’operosità richiesta in fase di montaggio. Ci impiegavo 25’ a montarla e altri 35’ a smontarla e riporla nel suo sacco. Ripetere ogni giorno quelle operazioni mi sottraeva tempo ed energie preziosi. Alla fine la noia prese il sopravvento e così feci il mio terzo acquisto orientandomi su una tenda da turismo ad ampio raggio: la famigerata tenda “2 Secondi”.

Fu la scelta vincente. A un prezzo accessibile di 29 euro (oggi 49 euro), questa tenda mi garantiva lo stesso grado di protezione di una tenda professionale (doppio strato antipioggia, zanzariera, prese d’aria, tasche interne), con due grandi vantaggi pratici: la si poteva “vivere” all’interno, e si montava da sé. Il nome “2 Seconds” è infatti un omaggio alla velocità di auto-montaggio di questa tenda. È sufficiente lanciarla in aria e lasciare che essa si “apra” e si scomponga in tutte le sue parti, prendendo forma da sola. Richiuderla è un’operazione altrettanto facile che richiede forse meno di un minuto di tempo.

Oltre a ciò, evidenziai altri due vantaggi. Primo: l’auto-montaggio della tenda permetteva alla stessa di rimanere asciutta al proprio interno quando la si doveva aprire sotto la pioggia; secondo: la “2 Secondi” non aveva bisogno di picchetti e tiranti, poiché la sua struttura era pensata per rimanere ancorata alla posizione prescelta grazie al solo peso del campeggiatore e dei suoi bagagli.
L’unico svantaggio era l’ingombro della tenda ripiegata. Essa infatti appare come un disco dal diametro di 55 centimetri (nella versione da un posto, fuori produzione dal 2015); sono 65 cm nella versione da due posti). Risolsi il problema incastrando la tenda tra il top case e la borsa da sella. Un’altra posizione possibile, per chi al top case preferisce una sacca a tenuta stagna, è quella di bloccare la tenda sotto la sacca e di legarla con dei tiranti intorno alla stessa, flettendone un poco il disco. In questo modo, essa aumenta anche la superficie d’appoggio sulla quale poi fissare il bagaglio.

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Sacco a pelo

Più della tenda, il sacco a pelo svolgerà la funzione di proteggerti dal freddo durante la notte.

Il sacco a pelo estivo che ho acquistato nel 2017 è gemellabile con un secondo sacco a pelo dello stesso modello e da chiuso occupa pochissimo spazio. Purtroppo però per i climi dell’Islanda si è rivelato insufficiente e ho dovuto acquistare dei sacchi a pelo più caldi (e più ingombranti).

I sacchi a pelo sono progettati a seconda della temperatura climatica esterna dalla quale dovrebbero isolare, dividendosi in “estivi”, “3 stagioni” per i freddi autunnali e “4 stagioni” per i freddi invernali fino a – 20°. Purtroppo non esiste un sacco a pelo bivalente per l’estate e per l’inverno, ma bisognerà sceglierne uno che soddisfi nel modo migliore l’uso per cui lo impiegheremo. Se viaggerai prevalentemente in estate, potresti quindi scegliere un sacco a pelo più leggero ed eventualmente dotarti di un lenzuolo interno in seta. È un accessorio abbastanza costoso, ma poco ingombrante (puoi richiuderlo nella stessa custodia del sacco a pelo) e ti offrirà una valida alternativa alle notti calde (se decidi di non usare il saccoletto) o ti assicurerà altri 4-5° C di protezione in più dal freddo, se interposto fra te ed il sacco a pelo. In alternativa, potresti adottare una fodera impermeabile oppure dei lenzuoli di alluminio sui quali adagiare il materassino e avvolgere il tuo sacco a pelo.

Se invece viaggerai in ogni condizione climatica, opta per un sacco a pelo più imbottito, che ti proteggerà bene in inverno e che potrai utilizzare anche in estate lasciandolo aperto, oppure dormendoci sopra a mo’ di materasso.

Il monolocale del motoviaggiatore. Nelle versioni monoposto manca la veranda per gli stivali e lo spazio sufficiente per casco e borsa serbatoio.

Un altro fattore che va valutato al momento dell’acquisto è il volume occupato dal sacco a pelo arrotolato. Il saccoletto è infatti uno degli elementi più ingombranti del tuo carico. Ed è vero solo in parte che il suo ingombro è determinato dalla tipologia estivo/invernale e quindi dal grado di imbottitura. Oggi, infatti, esistono sacchi a pelo invernali che occupano meno spazio dei sacchiletto estivi più economici. E i sacchi a pelo in piuma, quando richiusi, sono meno ingombranti di quelli sintetici, anche se da aperti occupano più spazio.

Il suggerimento è quello di scegliere il sacco a pelo dopo aver valutato quanto spazio “libero” ti è rimasto dopo aver riempito le tue valigie di tutta l’attrezzatura necessaria. Se lo spazio avanzato è molto, puoi anche optare per un sacco a pelo più grande: potrai utilizzarlo anche per “bloccare” meglio il resto del carico, ammortizzando le vibrazioni della strada.

Un altro aspetto da considerare è la forma del sacco a pelo, che può essere rettangolare o a lombrico (cioè ristretta nella parte più bassa, dal bacino in giù). Questa seconda opzione può risultare scomoda a chi preferisce avere la possibilità di dormire distendendo o divaricando le gambe.

Ricorda che il riposo, insieme alla dieta, è uno degli aspetti a cui prestare maggiore attenzione in un viaggio-avventura, perché da esso dipende la tua capacità di recupero e le tue energie psicofisiche.

Il sacco a pelo è molto soggetto a deteriorarsi a causa di climi sfavorevoli. Conservalo assicurandoti che rimanga sempre all’asciutto. Al posto della sua sacca, potresti utilizzare una sacca di compressione a tenuta stagna, che oltre ad essere impermeabile può aiutarti a ridurne l’ingombro.

Per coloro che viaggiano in coppia, c’è la possibilità di comprare sacchi a pelo “gemelli”: hanno le rispettive chiusure con cerniera lampo simmetriche (un sacco a pelo l’avrà sul lato di destra e l’altro sul lato di sinistra), in modo tale che si possano unire insieme (utilizzando mezza zip del primo e mezza zip del secondo) per formare un unico sacco a pelo “matrimoniale”. Ciò contribuirà a riscaldarvi reciprocamente.

A proposito: per assicurarti il massimo calore all’interno del sacco a pelo, meglio dormirci nudo o con l’intimo in microfibra, poiché se tra il tuo corpo e il sacco a pelo porrai una maglietta di cotone, essa fungerà da “isolante” e il sacco a pelo si scalderà meno.

Materassino

Lo scopo del materassino non è solo quello di creare una superficie morbida che simuli quella di un materasso, ma anche quella di isolare dall’umidità del terreno, che è uno dei fattori che più determinano la sensazione di freddo. Infatti, non tutti i sacchi a pelo riescono a svolgere questa funzione. Ecco quindi che un materassino può venire in aiuto e creare quello strato protettivo indispensabile.

Esistono due tipologie di materassini: quelli in gommapiuma o materiali sintetici simili, e quelli gonfiabili o autogonfianti.

I primi sono più economici ma molto ingombranti, poiché li si può trasportare solo arrotolati o piegati in sezioni quadrate.

I secondi sono più costosi, ma decisamente più funzionali. Si autogonfiano per mezzo di una valvola che immagazzina aria se lasciata aperta. Per velocizzarne il gonfiaggio, ci si può anche soffiare dentro o utilizzare una pompa. L’aria simula meglio di ogni altro materiale il comfort di un materasso vero e proprio ed è il migliore isolante possibile dall’umidità. Ecco perché, anche se dormirai all’interno della tua tenda, il materassino è un accessorio indispensabile. Tra i materassini autogonfianti più rinomati ci sono quelli garantiti a vita. In caso di foratura, i materassini autogonfianti possono essere riparati con una toppa autovulcanizzante.

Cuscino

Se sei tra coloro che senza cuscino non riescono a dormire, puoi optare per tre soluzioni: uno a compressione, uno gonfiabile o uno imbottito. Inutile dire che il primo è decisamente ingombrante, e nell’economia di un bagaglio per il viaggio-avventura, possiamo scartarlo a priori. Il cuscino gonfiabile è ideale per ottimizzare lo spazio da chiuso. Sgonfiato, occupa il volume di un pacchetto di fazzoletti e si può anche lavare. Col tempo, però, tende a rompersi. Infine c’è chi, al posto del cuscino, utilizza semplicemente i propri panni appallottolati sotto la testa. Questa soluzione ha suggerito di realizzare una sacca appositamente studiata per essere riempita dei propri panni.

Luce

Avere una fonte di illuminazione è fondamentale sia per la vita in bivacco-avventura, sia per ogni evenienza notturna. Per chi si accampa, la soluzione più ovvia è quella di utilizzare i fari della moto per illuminare la propria tenda. Tuttavia, utilizzare i fari a motore spento non è consigliabile, proprio perché si rischia di scaricare la batteria. Inoltre, il fascio di luce da loro prodotto sarà notato a chilometri di distanza, segnalando a chiunque la posizione del tuo accampamento. Non è proprio l’ideale, se intendevi dormire in un luogo appartato e difendere la tua incolumità.

Anche le torce e le lampade hanno dei limiti. Il loro utilizzo ti impedirà di avere entrambe le mani libere se dovrai svolgere una qualsiasi operazione che richieda manualità (cucinare, montare la tenda, etc). Lo stesso vale per i cellulari smartphone, che rimangono comunque una soluzione di ripiego utile in determinate situazioni.

La mia esperienza mi ha portato ad attrezzarmi con una lampada frontale. Sono quelle stile “minatore”: si applicano sulla fronte con un elastico e permettono di avere entrami le mani libere, illuminando la zona in cui è diretto il nostro sguardo. I modelli più recenti utilizzano tutte luci a LED, consumano pochissimo e hanno un’autonomia molto lunga. Ne esistono alcune che presentano fino a sei lampadine, per cui si può decidere se accenderle contemporaneamente tutte o solo alcune (2 o 4), regolando di conseguenza l’intensità del fascio di luce e orientandolo grazie a uno snodo. Tra le funzioni aggiuntive, c’è la luce a “intermittenza” e la luce “rossa”, che non attira le zanzare.

Sedia pieghevole portatile

Con un ingombro da chiusa di 35 cm per 14 cm e 900 grammi di peso, la sedia portatile compatta non fa più paura al motoviaggiatore che non voglia caricare troppo equipaggiamento.

Poter ravvivare il fuoco, cucinare e mangiare stando seduti, anziché sdraiato a terra, la renderà un accessorio pratico e ti farà godere i pasti oltre che proteggere l’abbigliamento tecnico che indossi, da sporcizia e usura.

Dormire ovunque: tappi e mascherina

Due piccoli ma utili strumenti che potresti portare con te sono i tappi per le orecchie e la mascherina per gli occhi. I tappi (che, come abbiamo già visto, sono utili anche per limitare i rumori provocati dalle turbolenze del casco) ti aiuteranno a dormire anche quando sosterai in aree rumorose; la mascherina ti permetterà di riposare anche in presenza di luce, se vorrai fare una pennichella pomeridiana, o se deciderai di sfruttare un volo aereo o un trasferimento in ferry per schiacciare un pisolino. Li ho trovati entrambi di vitale importanza durante i pernottamenti nei dormitori degli ostelli, alloggi economici dove ho condiviso la stanza anche con altre 35 persone, dove ogni persona fa una cosa diversa (c’è anche chi copula incurante degli altri).