Soltanto trent’anni fa sarebbe suonato strano parlare di abbigliamento tecnico per la moto. I motoviaggiatori di allora esploravano il mondo con giacche di pelle, stivali o scarponi da escursionismo, robusti jeans e nessuna protezione.

Oggi, invece, il mercato è venuto incontro a un sempre più esteso numero di persone che fanno della moto il mezzo delle propria avventura, e così sono nate aziende dedicate esclusivamente alla produzione di capi specifici e dalle qualità molto apprezzabili: protezione totale, resistenza all’abrasione, adattabilità ad ogni situazione climatica, peso e ingombri ridotti, utilizzo di materiali riflettenti e antistrappo, massima ergonomicità.

Il messaggio che voglio lasciarti è il seguente: puoi compiere il giro del mondo anche senza l’abbigliamento tecnico, vestendoti “a cipolla” (più strati, che utilizzerai in base alla temperatura esterna), ma un buon abbigliamento tecnico ti faciliterà di molto la vita, per tutti quei motivi appena elencati. Ciò non toglie che ci sono ancora tanti viaggiatori che preferiscono vestire “vecchio stile”: giacca in pelle, jeans e scarponi. È questione di abitudine e di quanto sei disposto a scommettere sulle eventuali cadute che avrai durante il viaggio. Qui di seguito ecco alcuni consigli per valutare l’abbigliamento tecnico al momento dell’acquisto. Tieni presente, però, che la qualità di un capo la verificherai solo testandolo “on the road”.

Giacca e pantaloni

Giacca e pantaloni saranno il tuo guscio, la tua seconda pelle. Ti proteggeranno da tutte le intemperie esterne: freddo, caldo, pioggia, polvere, vento e gelo.

KLIM STORE PISTOIA | Giacca Carlsbad 4 stagioni in goretex

Accertato che quelli che stai vagliando sono di buona fattura e realizzati con materiali di qualità, verifica la loro vestibilità in rapporto alla tua fisionomia. Si tratta di una scelta molto personale: c’è chi preferisce una vestibilità più aderente e chi una più comoda.

È sempre bene provare i capi prima di acquistarli, e magari chiedere consiglio a qualche altro amico viaggiatore che li ha usati per viaggi impegnativi. L’abbigliamento da moto deve consentirti libertà di movimento e garantirti un’adeguata incolumità dagli sbalzi termici. Nei climi caldi, un’eccessiva sudorazione è la prima causa di shock termico. Un capo poco traspirante è sconsigliabile. Ricordo che in Cile la mia intensa sudorazione, congiunta all’eccessiva umidità di quei climi, mi causarono un fastidioso eczema sulla pelle, per curare il quale dovetti sottopormi anche a una cura di antibiotici e cortisone!

Verifica che le protezioni interne alla giacca e ai pantaloni non siano invasive, meglio se fossero anche estraibili, perché ciò ti consentirebbe di lavare i capi più facilmente.

Ricordati che in viaggio il tuo abbigliamento sarà sottoposto a sollecitazioni e stress di molto maggiori a quelli che potrebbe avere durante un uso cittadino.

Una giacca a 3 strati (strato esterno, primo strato impermeabile interno e secondo strato imbottito invernale) è la soluzione ideale per assicurarti protezione in ogni clima. Questo tipo di giacche viene definita “Quattro Stagioni” e nel mio caso si sono comportate bene in ogni clima. Lo strato più esterno è ricco di tasche ed è fornito di otto prese d’aria, per assicurare la ventilazione anche nei climi più caldi; il secondo strato è cerato e impermeabile al 100%, ed è già sufficiente per assicurare una buona protezione dal freddo; il terzo strato completa la giacca con un imbottitura in materiale sintetico, sottile ma incredibilmente efficace, che mi ha tenuto caldo anche durante gli inverni più freddi, compreso quello trascorso nel tragitto verso l’Alaska. Un completo abbinabile consente anche di unire la giacca ai pantaloni per mezzo di una cerniera lampo. In questo modo il motociclista non ha mai aria nella schiena.

Tutte le chiusure lampo del tuo abbigliamento (ma anche quelle delle borse della moto) andrebbero ripulite regolarmente da sabbia e sporco. Puoi farlo utilizzando un lubrificante spray.

Abbigliamento intimo in fibra tecnica

KLIM STORE PISTOIA | Intimo estivo Aggressor -1° Cool

Sotto la giacca da moto e a contatto con la pelle, al posto di una tradizionale t-shirt o maglia in cotone, oggi sono disponibili delle maglie intime realizzate in microfibra o in tessuti analoghi che favoriscono la traspirazione e la regolazione del calore corporeo. Ne esistono nella versione estiva e invernale. Per i climi più freddi, infatti, la microfibra è utilizzata per la realizzazione di calzamaglie, calzini, passamontagna e sotto guanti. Li ho usati e li ritengo molto utili per almeno tre motivi:

  • assorbono il sudore e lasciano traspirare la pelle, mantenendola sempre asciutta e prevenendo spiacevoli raffreddamenti dovuti a colpi d’aria (non vuoi indossare tutti i giorni abbigliamento tecnico puzzolente);
  • sono leggerissimi e occupano pochissimo spazio nelle borse;
  • evitano di sporcare l’abbigliamento tecnico e a loro volta si possono lavare e asciugare rapidamente.

Io utilizzavo due paia di magliette: una indosso e una di ricambio. La sera lavavo quella utilizzata e la mattina dopo, se non si era ancora completamente asciugata, la legavo sul top case. Nel giro di pochi chilometri era completamente asciutta…

L’abbigliamento in microfibra invernale, invece, trova un doppio impiego come pigiama, per le notti in tenda più fredde. Infatti, la microfibra permette comunque lo scambio di calore con il sacco letto.

Stivali

Gli stivali costituiscono il tuo punto di contatto con la moto e la loro comodità influenza la tua sensibilità alla guida. Il primo aspetto da considerare è quindi il tipo di calzata che vestiranno. Devono essere avvolgenti, per evitare che il piede si muova troppo al loro interno (motivo per cui si possono creare vesciche e irritazioni alla pelle dei piedi) ma nemmeno troppo stretti, per lasciare al piede la libertà di respirare (ricordando che con il caldo i nostri piedi tendono a gonfiarsi). Non sottovalutare l’utilizzo di uno stivale soprattutto nei climi freddi, dove avrai bisogno di proteggere le estremità del corpo più soggette a sbalzo termico. Esistono alcune caratteristiche da tenere in considerazione per scegliere il tuo stivale.

KLIM STORE PISTOIA | Klim Adventure GTX

  • Impermeabilità: in caso di pioggia, è molto fastidioso guidare con i piedi bagnati. Oggi molte delle calzature studiate per il motoviaggio prevedono un rivestimento interno in gore-tex o materiale simile, che lascia traspirare il piede ma non lascia penetrare l’acqua. Verifica che la permeabilità della calzatura che stai vagliando sia garantita al 100%. In alternativa, potrai rivestire i tuoi stivali con dei copri scarpe realizzati in nylon o altro materiale sintetico. Quest’ultima soluzione è tuttavia molto scomoda, sia per camminare, sia alla guida, e ti richiederà ogni volta una sosta per vestirli o per toglierli.
  • Traspirabilità: grazie ai nuovi materiali, è oggi possibile avere uno stivale impermeabile e al tempo stesso traspirante. Una sudorazione eccessiva, protratta per tutte le ore di guida, può causare dolorose irritazioni. Ricordo che la mia prima esperienza con uno stivale da moto non traspirante fu davvero terribile. Dopo qualche settimana di guida i miei piedi erano pieni di vesciche e le scarpe avevano assunto un odore nauseabondo.
  • Robustezza: è indice di qualità, e garantirà una vita più lunga al tuo stivale. Oggi i migliori stivali sono fatti in pelle pieno fiore, con rinforzi nelle zone di maggior stress e protezione maggiorata (in gomma o addirittura in metallo) sulla punta della calzatura.
  • Protezioni: per il motoviaggio, non è necessario uno stivale da enduro lungo fin sotto il ginocchio, ma è consigliabile uno stivale che copra almeno la mezza tibia. Verifica poi che sia rinforzato nelle zone del malleolo e in quelle più soggette a traumi in caso di caduta. Non sottovalutare le protezioni di uno stivale, poiché il piede è una delle parti del corpo più esposte all’impatto per terra in caso di incidente. Se non avessi indossato uno stivale tecnico quando feci l’incidente in Bolivia, probabilmente oggi avrei un piede solo.
  • Comfort: il comfort deve essere innanzitutto alla guida. Cerca uno stivale che ti permetta di “sentire” i comandi delle leve di cambio e freno e che ti lasci libertà di movimento. Alcuni stivali presentano anche delle chiusure micrometriche con leve, per una regolazione più precisa. È questione di gusti. Ad ogni modo, solo i migliori stivali ti garantiranno una calzata comoda sia alla guida che per camminare.

Ma se riuscirai a trovare uno stivale che abbia tutte le caratteristiche sopra elencate e che ti permetta anche di camminare, potrai farne un doppio uso, evitando di portare un paio di scarpe da riposo.

Casco

KLIM STORE PISTOIA | Casco Krios Pro

Questo è uno di quei prodotti la cui resistenza e affidabilità non si vorrebbe mai verificare!

Scherzi a parte, la scelta del casco è molto soggettiva. Orientati nella scelta considerando alcuni criteri importanti.

  • Comfort: è il più soggettivo degli aspetti, perché dipende dalla tua conformazione fisica. Io ho delle orecchie che mal sopportano alcune forme di caschi, perciò devo sempre provarli attentamente.
    Impermeabilità: deve essere garantita al 100%, anche in caso di forte pioggia. Evita i caschi aperti tipo Jet, ma orientati su quelli modulari o integrali.
  • Protezione dal freddo: un altro motivo per cui è meglio scegliere un casco chiuso.
  • Protezione dalle turbolenze: forse ti sarà già successo di avvertire un fastidioso ronzio alle orecchie alla fine di una lunga giornata in sella alla tua moto. Se i rumori della moto, della strada e del vento penetrano eccessivamente nel casco, giungendo fino alle orecchie, non solo possono dare fastidio durante e dopo la guida, ma potrebbero anche causare danni permanenti all’udito. Per aumentare la protezione dall’aria e scongiurare il pericolo di turbolenze, alcuni caschi sono dotati di imbottiture interne che prendono la forma della testa di chi li indossa; altri sono dotati di sacche d’aria che si possono gonfiare azionando un tasto a pompetta posizionato all’interno dello stesso casco. In questo modo, viene eliminato qualsiasi spazio vuoto tra il casco e la testa del pilota.
  • Ventilazione: è garantita dalla presenza di prese d’aria (apribili e chiudibili) sulla calotta del casco.
  • Ampiezza dell’angolo visivo: scegli caschi che ti permettano di guardare agevolmente ai tuoi lati, senza dovere necessariamente ruotare la testa, al fine di ottenere una maggiore padronanza della strada.
  • Peso: caschi troppo pesanti possono affaticare i muscoli del collo. Orientati su caschi di peso inferiore, soprattutto se soffri di problemi alla cervicale.

Sul mercato esistono diverse tipologie di casco, alcune delle quali rispondono meglio alle caratteristiche di cui necessita un motoviaggiatore. Vediamo quindi le principali tipologie di modelli e i loro pregi e difetti.

  • Jet: è un casco “aperto”, senza protezione per il mento, studiato per l’uso cittadino. Lo scarterei a priori.

    KLIM STORE PISTOIA | Casco modulare TK1200 Carbon

  • Integrali: è il casco in assoluto più protettivo e più resistente. È costituito di un blocco unico che limita o azzera del tutto vibrazioni e turbolenze. L’essenzialità costruttiva ne limita anche eventuali rotture. Di contro, può essere un casco molto difficile da sopportare nei climi caldi e si appanna facilmente nei climi rigidi, problema al quale si può ovviare indossandolo con la visiera leggermente aperta o con la seconda visiera montata sul pinlock.
  • Modulari: è un casco a metà tra il jet e l’integrale. Infatti ha una mentoniera che si può sollevare oppure estrarre (staccandosi completamente dal casco). È il mio preferito, perché molto duttile nelle più diverse situazioni climatiche: con la mentoniera chiusa, è protettivo come un casco integrale; con la mentoniera sollevata e le lenti da sole integrate, fresco come un casco jet. Se di qualità, è totalmente impermeabile e limita bene le turbolenze (seppure non quanto un casco integrale). Indossato, permette anche di chiedere informazioni, scattare foto o riprendere video (pregio non da poco, per un motoviaggiatore spesso impegnato nella ricerca della strada o nella documentazione della sua avventura!). Tra gli svantaggi: è un casco molto pesante e anche tra i più costosi. Sconsiglio invece i caschi modulari crossover che presentano una mentoniera staccabile (anziché sollevabile): o la si toglie o la si indossa. Non è quindi un optional da godere chilometro dopo chilometro.
  • Modulari a scomparsa: é un casco modulare, ma con la mentoniera in grado di ruotare di 180° e sparire dietro la calotta. Questa soluzione riduce l’effetto vela della mentoniera e non genera un leveraggio che gravi sul collo del motociclista. Di contro il casco è molto arrotondato e appesantito da tutta una serie di meccanismi interni che permettono alla mentoniera sparire dietro la testa;
  • Cross: è un casco simile all’integrale, con la mentoniera un po’ più accentuata, ma senza la visiera, che viene rimpiazzata da una mascherina simile a quelle da sci. Presenta anche un parasole, utile per ripararsi dai riflessi. La maschera protegge molto bene gli occhi da sabbia e vento (a detta di molti, lo fa meglio di una visiera), tuttavia il casco da enduro è pur sempre un casco aperto, soggetto quindi alle intemperie e un po’ più “freddo”. È consigliabile solo se utilizzato nei climi caldi.
  • Enduro-turistico: è un casco da cross munito anche di visiera, pinlock e lenti solari. Presenta gli stessi pro e contro di un casco da cross. Poco indicato per il mototurismo avventura perché favorisce l’aspetto estetico rispetto a quello pratico. Ricorda che un casco andrebbe cambiato se ha subito un forte urto a seguito di un incidente.

MANUALE DEL MOTOVIAGGIATORE

Questa pagina é tratta dalla vecchia edizione del libro “Manuale del Motoviaggiatore“.

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Guanti

KLIM STORE PISTOIA | Guanto 4 stagioni Badlands Long GTX

Insieme ai piedi, le mani sono la parte del corpo più soggetta al freddo e alle intemperie. Quando viaggiavo in Alaska, in pieno inverno, ricordo che guidavo con una mano sull’acceleratore e l’altra infilata fra le gambe, per riscaldarla e proteggerla dal freddo pungente. Per quanto ti copra bene, preparati ad avere le mani gelate, prima o poi.

I guanti sono importanti non solo per proteggerti dai climi invernali, dal vento o da altri agenti esterni, ma anche dalle cadute, oltre che a garantire una migliore presa sulle manopole.

I guanti invernali sono imbottiti e realizzati o con una membrana antipioggia esterna o con uno strato interno in gore-tex, che li rende impermeabili e caldi. I guanti estivi non hanno la velleità di essere impermeabili, ma solo quella di proteggere le mani e di offrire più grip sul manubrio. Sono realizzati in cordura, in pelle o in materiali sintetici traforati, per favorire la traspirazione.

Sia i guanti estivi che quelli invernali possono presentare delle protezioni rigide in prossimità delle nocche delle dita, molto utili in caso di caduta. I guanti invernali, se abbinati a moffole e manopole riscaldate, possono garantirti una protezione totale da ogni tipo di freddo, anche sotto 0°.

Abbigliamento invernale

In aggiunta al già citato abbigliamento in microfibra invernale, al terzo strato interno della tua giacca da moto e alla felpa che deciderai di portare con te, esiste anche la possibilità di dotarsi di uno speciale abbigliamento elettro-riscaldato, molto utile nei climi più severi. Viene alimentato dalla presa da 12 V presente o installabile sulla propria moto grazie a degli spinotti che fuoriescono dalla tuta. Il grado di calore prodotto è regolabile a proprio piacimento. Purché la centralina della moto lo consenta e non vada in errore, con un’unica presa da 12 V si possono riscaldare fino a due tute, quindi anche quella di un eventuale passeggero.

KLAN realizza pantaloni, giacche, guanti, calzini e interni intimi alimentati che consentono al motoviaggiatore di guidare la propria moto anche a -30°C, come ha fatto Sjaak Lucassen durante la sua spedizione verso l’Alaska in inverno. Bisogna però considerare che ogni componente è ancorato alla moto da un cavo elettrico, il che riduce la libertà di movimento.

Abbigliamento impermeabile

KLIM STORE PISTOIA | Intimo tecnico strato medio invernale Inferno

Sebbene un completo tecnico di giacca e pantaloni per il motociclista sia già studiato per essere impermeabile, tuttavia, proprio perché lo strato impermeabile al 100% si trova sotto il primo strato (quello della giacca vera e propria), è possibile che, in caso di forti acquazzoni o pioggia persistente, la stessa giacca finisca con l’inzupparsi d’acqua e diventare terribilmente pesante.

L’abbigliamento impermeabile da indossare sopra la giacca e i pantaloni da moto (o sopra il nostro tradizionale abbigliamento da viaggio) può essere composto di uno o due pezzi (tuta intera oppure coprigiacca e copripantaloni). Si tratta di strati molto leggeri di tessuto sintetico, facilmente ripiegabili e poco ingombranti. Vengono realizzati anche in colorazioni fluorescenti, per garantire maggiore visibilità del motociclista in caso di maltempo, pioggia, nebbia o guida notturna. Indossati sopra la giacca da moto, costituiscono anche un quarto strato protettivo, molto utile in caso di freddo o di forte vento.

In alternativa all’abbigliamento impermeabile tecnico, si potrebbe acquistare una normale tuta impermeabile da lavoro, di quelle vendute generalmente nei negozi di ferramenta: ti costerà molto meno, ma sarà decisamente più pesante e occuperà molto spazio una volta riposta tra i bagagli.

Tra l’abbigliamento impermeabile vanno inclusi anche i già citati copriscarpe (che però sconsiglio: meglio uno stivale impermeabile con rivestimento in gore-tex) e i paraguanti. Anche i guanti che nascono impermeabili, infatti, sono soggetti a perdere ben presto le loro caratteristiche protettive a causa della rapida usura per il continuo sfregamento su manopole e comandi: un paraguanti o dei sottoguanti in plastica (come quelli “usa e getta” da chirurgo) sono un’ottima soluzione per mantenere le mani asciutte anche in caso di pioggia.

Protezioni

Abbiamo già parlato delle parti del corpo protette da casco, stivali, guanti e dalle imbottiture rigide interne a giacca e pantaloni da moto; vediamo ora altre tre protezioni specifiche.

  • Collare a incastro: nasce per uso enduristico, specie in competizioni come la Dakar. Circonda il collo ed evita movimenti bruschi del collo in caso di caduta. Se infatti si cade battendo male la testa, si rischia la rottura delle vertebre cervicali, un trauma che per molti motociclisti professionisti (tra cui l’italiano Fabrizio Meoni) è stato purtroppo fatale.
  • Paraschiena: è la famosa “conchiglia” che si lega alla schiena tramite delle cinghie a bretella, oppure che si può infilare direttamente all’interno di quelle giacche che predispongono un’apposita tasca sulla schiena. È un guscio di plastica formato da più pezzi che permettono la torsione del busto del pilota ma che allo stesso tempo ne proteggono tutte le vertebre, dalle cervicali all’osso sacro. Indispensabile per scongiurare i traumi più severi alla schiena in caso di caduta.
  • Airbag: è una soluzione adottata per la prima volta sulle tute da corsa indossate dai piloti di MotoGp e, da quando ha fatto il suo ingresso anche nel mercato generale, ne sono state proposte due tipologie fra cui quello digitale e quello meccanico. Il digitale è figlio delle tecnologie più all’avanguardia nel campo racing ed è in grado di aprirsi grazie a dei sensori che rilevano i cambiamenti di accelerazione del corpo di chi lo indossa. Non è invasivo né per la moto né per il pilota, ma la giacca equipaggiata con questo sistema pesa diversi kg in più. L’aspetto che mi convince meno è il fatto che, dopo la detonazione dell’airbag, la giacca debba essere rimandata in fabbrica per ripristinare le sue funzioni. E se sei in Pamir come fai? Quello meccanico invece è un gilet-airbag composto da una sacca vuota che si gonfia grazie a una bomboletta d’aria compressa avvitata su una staffa filettata e munita di una punta acuminata pre-caricata meccanicamente. Il detonatore (un cavo d’acciaio con un moschettone alla sua estremità) collega l’airbag alla sella del pilota. Durante la caduta, nel momento in cui il pilota è disarcionato dalla moto, il cavo si tende fino a innescare la molla, che attiva la punta acuminata, che perfora la bomboletta d’aria compressa, che va a gonfiare la sacca dell’airbag. Il tutto in 0,08 secondi. L’aspetto che mi convince meno è il fatto di sentirmi ancorato alla moto e rischiare di far detonare l’airbag accidentalmente a ogni sosta. Mi è successo un paio di volte assieme a un gruppo di clienti che stavo guidando in Patagonia (vedi foto sotto). Inoltre ho qualche riserva sul livello di protezione nel caso in cui un veicolo tamponi il pilota che indossa l’airbag. L’impatto graverebbe su una schiena fondamentalmente priva di protezione (la sacca vuota e la bomboletta proteggono solo se messe in funzione). Se prevedi un lungo viaggio, dovrai anche equipaggiarti di eventuali bombolette di scorta (costano 35 euro l’una). Il rimontaggio dell’airbag dopo l’esplosione richiede circa 10 minuti.

Accessori: marsupio e zaino

Per ampliare il volume del tuo carico e portare con te gli oggetti di valore ogni volta che ti fermerai per una sosta, puoi equipaggiarti con un marsupio o uno zaino, meglio se entrambi impermeabili. Personalmente, ho sempre preferito il marsupio, perché lo zaino costituisce sempre un peso che grava sulla schiena, talvolta rendendo più difficoltosa la guida.

Abbigliamento personale

I tuoi vestiti sono certamente importanti e per questo dovrai essere bravo a fare una cernita basata su ciò che usi normalmente e sullo spazio a disposizione nelle borse della moto.

Se non sei particolarmente affezionato a certi capi e se non tieni all’apparenza, ti consiglio di scegliere un abbigliamento sportivo che sia leggero e poco voluminoso, oltre ad essere più resistente e di rapida asciugatura in caso di lavaggio. Lo stesso discorso vale per la biancheria intima e per i calzini.

Se consideri di portare almeno un paio di pantaloni lunghi e dei bermuda, una o più camicie per i momenti più formali, le scarpe da passeggio e una giacca a vento, ecco che lo spazio in valigia potrebbe non bastarti. Il segreto è sacrificare la varietà del tuo abbigliamento e puntare tutto su capi multiuso o polivalenti. Per esempio, esistono pantaloni lunghi sintetici in grado di trasformarsi in pantaloni corti mediante una cerniera lampo a metà giro coscia, e di poter essere utilizzati anche come costume da bagno. Oppure puoi trovare delle giacche a vento sintetiche dall’ottimo rendimento termico ma dal volume irrisorio. Evita, in ogni caso, di portare eccessivi ricambi. Alla fine, vedrai che trascorrerai la maggior parte del tempo con il tuo completo da moto.

Se sei una persona flessibile, potresti anche decidere di partire con il minimo indispensabile e di acquistare quello che ti manca strada facendo, regalando i capi della stagione appena terminata ai locali più bisognosi. Questo darà al tuo guardaroba un aspetto sicuramente più autoctono. La sobrietà che ti ho consigliato per l’abbigliamento tecnico vale anche per il tuo abbigliamento casual perché ovunque ti troverai, con o senza moto, agli occhi dei malintenzionati sarai sempre e comunque un “turista da svaligiare”. Per cui meglio lasciare i vestiti firmati a casa.

La lista del mio guardaroba è la seguente:

  • 7 magliette/polo;
  • 7 paia di calzini di rame contro la traspirazione;
  • 7 paia di mutande;
  • 1 paio di calzini a doppia lana;
  • 1 camicia a maniche lunghe;
  • 1 jeans;
  • 1 felpa;
  • 1 costume da bagno;
  • 1 cappellino di lana;
  • 1 cintura per pantaloni;
  • 1 paio di sandali di cuoio con suola in gomma e chiusure a velcro da passeggio (per le sere fredde uso i miei stivali da moto);
  • 1 paio di guanti in tessuto termico da passeggio.

FLUO O TOTAL BLACK?

Se prevedi di affrontare strade sperdute di paesi dove le moto sono meno familiari, punta tutto sulla tua visibilità, specie se guiderai nelle ore più buie e in condizioni di foschia o di polvere. Esistono completi da moto, caschi e borse pensati in colorazioni fluo, volutamente molto appariscenti, che sono di grande aiuto nel momento in cui dovrai farti riconoscere dagli altri veicoli. Tuttavia, bisogna anche dire che un colore troppo sgargiante sarebbe da evitare soprattutto se ci si trova nelle zone meno sicure del mondo, dove si potrebbe essere subito identificati come turisti “ricchi e benestanti” e alimentare così i desideri malsani di furto o rapina da parte di qualche malintenzionato. Meglio cercare di passare sempre inosservati. La soluzione ideale potrebbe essere quella di vestire un completo da moto con colori tenui e utilizzare un abbigliamento impermeabile fluorescente, da utilizzare non solo in caso di pioggia, ma anche in caso di guida notturna, di nebbia e di scarsa visibilità.