Viaggi in base al tempo

Come abbiamo già detto, il tempo è il fattore che più di ogni altro definisce la natura del nostro viaggio, poiché ne determina i ritmi e, di conseguenza, le modalità con cui gestirne gli eventi.
La regola base da tenere in considerazione è che minore sarà il tempo a nostra disposizione e maggiore e più dettagliata dovrà essere la preparazione del viaggio prima di partire. Sembra un controsenso, ma in realtà è proprio così. Infatti, se incorreremo in un eventuale imprevisto durante un viaggio di breve durata, avremo meno possibilità di modificare o rallentare una tabella di marcia già definita a priori secondo tappe e scadenze poco accomodanti.

A maggior ragione, quindi, in un viaggio breve la fase di preparazione serve a ridurre al minimo il rischio di trovarsi di fronte a qualcosa di “non pianificato o previsto”.

Tuttavia, non esiste un vero e proprio criterio per stabilire la durata temporale di un viaggio considerato lungo e quella di un viaggio considerato breve.

Il vero criterio è dato dal rapporto tra il tempo che abbiamo a disposizione e i chilometri che dobbiamo percorrere in quel determinato lasso di tempo. È chiaro: maggiore è la media di chilometri giornalieri che dovremmo percorrere per raggiungere la nostra meta prefissata e maggiore sarà la nostra fretta. Pertanto, uno degli elementi che potrebbe portarci a valutare il nostro approccio al viaggio è la serenità che percepiremo di fronte a un determinato ritmo di spostamento.

Di seguito ti suggerisco una traccia da seguire per pianificare il tuo viaggio in base al tempo:

  • individua la meta da raggiungere e il percorso che intendi compiere;
  • calcola i chilometri totali da percorrere in moto. Sii sempre previdente e aggiungi un 5% in più dei chilometri che potrebbe indicarti Google Maps o un altro software di navigazione: potresti sbagliare strada o trovarti di fronte a strade chiuse o non percorribili e quindi dover allungare il tuo tragitto;
  • dividi i chilometri totali ottenuti per i giorni che hai a disposizione, riservandoti però alcuni giorni-cuscinetto per eventuali soste, imprevisti o pratiche burocratiche (visti, dogane, spedizioni) da affrontare.

Viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco. 8.000 km fino a Ushuaia (la Fine del Mondo). Questo itinerario prevede almeno 1.000 km di sterrato.

Facciamo un esempio: hai 4 settimane e vuoi percorrere il Cono Sud da Buenos Aires a Ushuaia e da lì a Santiago del Cile. Ipotizziamo una distanza totale di circa 8.000 km. Per ogni settimana di viaggio, considera 5 giorni di moto e due giorni-cuscinetto di sosta. Dovrai quindi dividere i 8.000 km per 20 giorni: 400 km sarà la lunghezza media di ogni tua tappa. Ovviamente, ci saranno giorni in cui coprirai una distanza maggiore (quando percorrerai l’asfalto della Ruta 3) e altri in cui ti muoverai più lentamente (verosimilmente, sulla Ruta 40 e sulla Carretera Austral).

Il calcolo della media di chilometraggio giornaliera da mantenere ti metterà già nella condizione di valutare se ti sentirai in grado di affrontare un viaggio di tale intensità. Ci sono motoviaggiatori per i quali 600-800 km al giorno sono la norma, e altri che invece preferiscono rimanere sotto ai 300 km, per poi dedicare metà giornata al turismo o al riposo.

Per capire quanti giorni-cuscinetto inserire nella tua tabella di marcia, considera tutte le attività del viaggio che esulano dalla guida della moto, ma che rientrano nell’essenzialità del viaggio stesso.
In generale, possiamo dividere le operazioni “extra-guida” in due categorie: le “operazioni previste” e gli “imprevisti”.

Tra le “operazioni previste” che dovrai considerare, rientrano:

  • la spedizione della moto prima o dopo il viaggio vero e proprio;
  • lo sdoganamento di eventuali frontiere;
  • l’utilizzo di eventuali voli aerei o treni o altri mezzi di trasporto;
  • eventuali soste per la manutenzione programmata della moto;
  • eventuali giorni di riposo che vorrai preventivamente concederti.

Tra gli “imprevisti” che potrebbero rallentarti sulla strada, possiamo elencare:

  • inconvenienti meccanici e forature;
  • giorni di malattia;
  • giorni di pioggia o maltempo che possono rallentare la tua marcia;
  • frontiere “difficili”;
  • imprevisti di ogni genere.

Sii un po’ pessimista quando decidi quanti giorni-cuscinetto prevedere. Se tutto andrà per il meglio, potrai utilizzare quei giorni di sosta in più per goderti con calma la visita di una città o di un luogo.
Ricordati che tutte le operazioni logistiche effettuate in viaggio normalmente richiedono più tempo del previsto. Pertanto, almeno per i viaggi di breve durata, sarebbe opportuno svolgere la logistica delle “operazioni previste” (prenotazioni di biglietti aerei o spedizioni, richieste di visti e documenti vari) già prima di partire, evitando così di perdere altro tempo prezioso durante il viaggio.

Solo se la natura del viaggio prevede una durata più lunga, allora potrebbe risultare difficile calcolare con precisione la data in cui si giungerà a una determinata meta. In questo caso, potrebbe essere meglio evitare ogni tipo di prenotazione di aerei o di spedizioni, pena il rischio di arrivare in ritardo sul luogo dell’imbarco o della spedizione, e perdere così il biglietto o il servizio acquistati. Se però avere in mano un biglietto già pronto ti dà maggiore sicurezza, sta a te optare per questa scelta.

Viaggi in base al chilometraggio

Tempo e chilometraggio sono direttamente proporzionali: più tempo avrai a disposizione, più lungo sarà il chilometraggio che potrai coprire. Tuttavia, ci sono degli aspetti della programmazione che potrai considerare esclusivamente in rapporto alla lunghezza del viaggio, e indipendentemente dalla sua durata. Il primo è legato alla tua personalità. Se sei capace di restare in sella alla tua moto per ore e ore, senza mai l’esigenza di una sosta, allora per te le lunghe distanze non saranno un problema e potrai serenamente affrontare un tragitto quotidiano anche molto significativo. Ma se non è nelle tue corde macinare chilometri e chilometri senza interruzione, allora è ovvio che dovrai prevedere tappe più brevi, soste più frequenti e trasferimenti più contenuti. Questo può succedere anche nel caso in cui, ad esempio, viaggi con la tua compagna, magari sulla stessa moto. Potrebbe accadere che tu debba limitare la lunghezza degli spostamenti quotidiani nel rispetto delle sue esigenze di resistenza in sella.

Un altro aspetto da considerare in rapporto al chilometraggio riguarda la manutenzione programmata della moto. Se, ad esempio, la tua moto necessiterà della prossima manutenzione programmata tra 5.000 km, avrai due possibilità:

  • scegliere di non affrontare una manutenzione programmata in viaggio, perché hai pochi giorni e l’operazione ti toglierebbe almeno un altro giorno-cuscinetto di tempo: in questo caso, dovrai ridimensionare il tuo itinerario entro i 5.000 km di lunghezza;
  • effettuare la manutenzione programmata in viaggio, e quindi individuare da subito la città in cui sosterai al raggiungimento dei 5.000 km. Potrai addirittura organizzare la logistica del tagliando già prima di partire, cercando su internet quali officine o ricambisti della marca della tua moto sono presenti in quella città. Puoi contattarli via mail, scrivere loro di cosa avrai bisogno e assicurarti che, al momento del tuo arrivo, potranno garantirti il servizio richiesto.

Se invece ti mancheranno solo 1.000 km alla manutenzione programmata, allora potresti fare un tagliando anticipato. Questa potrebbe essere la soluzione più dispendiosa, ma ti permetterà di risparmiare tempo in viaggio e di affrontare comunque il chilometraggio desiderato.

Se invece raggiungi il km 10.000 quando sarai in viaggio ma sai che da quel momento ti mancheranno solo un migliaio di chilometri al tuo rientro a casa, potresti posticipare la manutenzione programmata, ma almeno l’olio del motore sarebbe bene sostituirlo. E siccome per farlo dovrai comunque mettere le mani sulla moto, valuta se non valga la pena approfittare della pausa per effettuare il tagliando completo.

Viaggi in base al clima

È scontato dire che la primavera e l’estate sono le stagioni ideali per viaggiare in moto e che è bene evitare il freddo, la stagione delle piogge e quella dei monsoni. Tuttavia, per alcuni motoviaggiatori affrontare condizioni climatiche avverse può essere un’ulteriore incentivo a partire. C’è chi, ad esempio, affronta le strade dell’Elefantentreffen con l’obiettivo dichiarato di vivere una fine settimana da leggenda e di testare la propria moto e le proprie abilità di guida al freddo e sulla neve.

Alaska 2013. Avrei fatto di tutto per arrivarci d’inverno. Anche indossare un paio di calzini sui guanti, come si vede nella foto.

Le condizione climatiche vanno ricercate per zona, in quanto uno stesso paese, se molto ampio e quindi esteso a diverse latitudini e longitudini, potrebbe presentare climi molto diversi nello stesso periodo. I fattori che influiscono molto sono anche le altitudini raggiungibili sulle strade di un certo paese o la presenza di micro-climi. Per questo motivo la mappa riportata di seguito é un riferimento indicativo e ci viene in aiuto solo per determinare in che periodi avvengono le stagioni. Per un riferimento più specifico consulta anche il link: www.worldclimate.com.

C’è da dire che quando un viaggio è molto lungo, e pertanto si attraversano latitudini diverse in breve tempo, anche i climi che si incontreranno cambieranno rapidamente e non sempre sarà possibile giungere in ogni luogo durante la stagione migliore. Ma questo non è sempre uno svantaggio. Ad esempio, quando giunsi in Bolivia stava per finire la stagione delle piogge, e quello fu il periodo migliore per visitare il Salar di Uyuni, la distesa salata più estesa al mondo che in quei mesi si trasforma in un enorme specchio a cielo aperto.

Iran 2016. Attraversare in moto il deserto di Dasht-e Lut a fine luglio e rimanere a secco di benzina è un’esperienza inquietante e straordinaria allo stesso tempo. Sembrava di stare dentro a un forno.

Quando invece decisi di attraversare l’Alaska, scelsi il periodo più freddo dell’anno (Marzo), per due motivi: volevo mettermi alla prova nelle condizioni più estreme e desideravo percorrere quelle strade nel periodo di minor traffico, per gustarmi il territorio in perfetta solitudine.

È stato accidentale e in parte forzato dalla tabella di marcia (visti in scadenza) il mio ingresso nel deserto iraniano Dasht-e Lut a fine Luglio, decisamente il periodo meno adatto per addentrarsi nel punto più caldo del pianeta (le misurazioni satellitari hanno rilevato una temperatura della superficie terrestre di 70.7 °C, la più alta mai registrata).

Il 27 Luglio 2016 proseguivo verso la frontiera pakistana quando rimasi a secco di benzina. In attesa dei soccorsi da parte dell’esercito iraniano che i passanti avevano avvisato per me, registrai una temperatura di 57°C. La foto qui sopra mostra l’attimo dopo l’intervento dell’esercito, dove poso con una motrice andata in fiamme sul lato della strada. Un luogo climaticamente così particolare dovrebbe essere percorso ad Aprirle o ad Ottobre.

Il clima influenza ovviamente la scelta del proprio equipaggiamento, in particolare quello relativo al pernottamento e all’abbigliamento, ma questo lo vedremo nell’apposita sezione.

Va infine sottolineato che i climi più freddi comportano maggiore fatica per il motociclista, in quanto il suo corpo dovrà impiegare più energia per mantenersi caldo.

STAGIONI E CLIMI NEL MONDO

EMISFERO NORD

Primavera: 1 Marzo – 31 Maggio

Estate: 1 Giugno – 31 Agosto

Autunno: 1 Settembre – 30 Novembre

Inverno: 1 Dicembre – 28 Febbraio

EMISFERO SUD

Primavera: 1 Settembre – 30 Novembre

Estate: 1 Dicembre – 28 Febbraio

Autunno: 1 Marzo – 31 Maggio

Inverno: 1 Giugno – 31 Agosto

Viaggi in base al budget

Il budget può limitare la nostra esperienza di viaggio, ma non in modo così determinante come siamo portati a pensare. Possiamo organizzare un viaggio della stessa lunghezza o durata con budget molto diversi, a seconda della nostra capacità di gestire le risorse che abbiamo ed, eventualmente, di reperirne di nuove sulla strada.

Ogni viaggio si compone di costi previsti, costi fissi e costi variabili.

I costi previsti sono tutti quelli che riguardano l’organizzazione e la logistica del viaggio, di cui potrai occuparti già in fase di preparazione:

  • la logistica prima di partire: eventuali costi per la spedizione della moto e per i voli aerei;
  • i documenti per la moto: l’assicurazione internazionale della moto e il carnet de passage, se previsto;
  • i documenti per il viaggiatore: passaporto ed eventuali visti;
  • la manutenzione programmata della moto.

Venezuela 2013. 26,54 litri di benzina costano 2,57 Bolivares, ovvero 38 centesimi di euro.

I costi fissi sono quelli dei quali non potrai fare a meno durante il viaggio, e variano in base ai paesi attraversati e ai giorni trascorsi in ciascuno di loro: benzina, mangiare e dormire.

Tra i costi variabili, ci sono tutti i surplus che non sono indispensabili, ma che possono comunque avvalorare la tua esperienza. Potremmo includervi le visite guidate, i souvenir e vizi vari. Tra i costi variabili, rientrano anche tutte quelle spese frutto di imprevisti: cure mediche, guasti meccanici, inconvenienti di ogni sorta.

Come avrai già intuito, per viaggiare in modo economico ti basta risparmiare su ogni categoria di costi. Innanzitutto, puoi eliminare del tutto le uscite che fanno parte di vizi e surplus alla voce “costi variabili”. Poi, puoi scegliere soluzioni economiche per i “costi fissi” del viaggio, quali il dormire e il mangiare.

Puoi dormire anche a costo zero, se scegli la soluzione “bivacco-avventura”, oppure a costo ridotto, se dormirai in campeggio o in ostello o in un bed&breakfast. Puoi fare economia sul mangiare scegliendo di comprare il cibo al supermercato piuttosto che mangiare nelle tavole calde o al ristorante. E puoi anche risparmiare sulla benzina, ottimizzando i consumi del tuo mezzo attraverso uno stile di guida parsimonioso e un volume di carico ponderato.

Infine, è possibile risparmiare anche sui “costi previsti”. Non solo prenotando in anticipo tutti i voli o le eventuali spedizioni della tua moto, ma anche imparando a svolgere in modo autonomo la manutenzione del tuo mezzo piuttosto che appoggiarti a un’officina meccanica.

Ancora, potresti scegliere un itinerario in paesi che non ti richiedano documenti dispendiosi quali il carnet de passage. Se, oltre ad essere un attento risparmiatore, sarai anche fortunato e non incapperai in alcun imprevisto, ti accorgerai che viaggiare non è poi così dispendioso.

Un’altra considerazione da fare è sul costo della vita nei vari paesi, alla luce del fatto che ci sono continenti più cari e altri più economici. Se vivi in Europa, hai la fortuna di poter scegliere di viaggiare in continenti con standard di vita più parchi, come l’Asia o l’Africa o alcuni paesi del Sud America. E allora converrai anche tu che, in alcuni casi, viaggiare costa meno che vivere a casa propria!
Nelle prossime pagine vedremo come sia possibile risparmiare su ogni costo variabile e anche come trasformare la propria moto-avventura in un’occasione per svolgere lavori itineranti che daranno la possibilità di reperire ulteriori risorse strada facendo e accrescere il proprio curriculum.

COME STIMARE IL BUDGET PER UN VIAGGIO

Per pianificare il tuo viaggio in base al budget, comincia a calcolare tutti i costi previsti che esso comporterà: pasti, pernotti, pedaggi, ecc. Più il tuo viaggio rimane nella UE e meno saranno gli elementi che andranno a ingrandire la tua spesa iniziale (es. visti, vaccini, logistica, documenti aggiuntivi, voli e cargo).
Somma a essi anche il costo approssimativo della benzina: informati sul prezzo medio del carburante nei paesi che attraverserai e calcola la tua spesa in base ai chilometri che prevedi di percorrere in ciascun paese [www.partireper.it/costo-benzina-nel-mondo]. Il costo della benzina può variare anche di parecchio da paese a paese, e quindi potrà determinare in modo decisivo il tuo budget di spesa. Per farti un esempio pratico, in Turchia un litro di benzina costa quasi due euro; in Venezuela costa appena 0,014 centesimi di euro.
Sottrai tutte le spese che hai appena calcolato dal tuo budget iniziale: quello che ti rimane sarà l’ammontare delle tue risorse per sopperire al resto dei costi della tua avventura.
Potresti dividere questa cifra per i giorni di viaggio, così da sapere quale sarà il tuo “tenore di vita” quotidiano durante il viaggio.

Coinvolgere uno sponsor: pro e contro

Nel 2004 mi dedicai alla ricerca di sponsor tecnici che mi fornissero equipaggiamento in cambio di visibilità. La risposta ricevuta fu sempre la stessa:

«Complimenti per l’iniziativa, tuttavia non siamo interessati a questo tipo di promozione».

A parole ero un giovane viaggiatore che si apprestava a girare il mondo per 8 anni, offrendo una grande vetrina per i marchi aderenti, ma di fatto, agli occhi dei responsabili marketing di ogni azienda che contattavo, ero un 21enne sconosciuto, privo di una pagina web adeguata e senza alcuna esperienza motociclistica accreditata.

Così mi presentai alle testate giornalistiche locali e, con una prima pagina in mano, andai a bussare ai negozi di moto della mia zona che trovarono il mio progetto più credibile e che mi offrirono l’abbigliamento tecnico e l’equipaggiamento moto. I primi a credere in me furono Federico e Filippo della “Cose di moto” di Prato.

Le cose cambiarono nel 2007 quando, a 23 anni, con 2 anni di viaggio alle spalle, 90.000 km percorsi, 23 paesi attraversati e i primi articoli usciti sui magazine di settore, furono le stesse aziende a ricontattarmi, offrendomi di rinnovare tutto il mio equipaggiamento con i loro prodotti.

Oggi la forza del moto-blogger sta nell’immediatezza con cui arriva a un pubblico sempre più vasto, e questo le aziende lo sanno. Per questo motivo, oggi richiedere una sponsorizzazione tecnica a un brand dà spesso esiti positivi. Tuttavia, le competenze dei moto-blogger sono cresciute e migliorate (grazie anche al supporto della tecnologia) e, per meritarsi la considerazione di un’azienda nel tempo, è necessario essere all’altezza di ciò che il web offre. Oggi i moto-blogger sono anche ottimi web master, fotografi, video-maker e sanno intrattenere il proprio pubblico con clip sempre più professionali e contenuti sempre diversi.

È importante, inoltre, presentare un progetto originale e motivato, che si distingua per una sua specifica peculiarità, e questo ce lo spiega anche Mauro Dagna www.vagabondoperilmondo.it

che ha trasformato il suo viaggio in un impegno sociale, per sostenere l’Albergo Etico di Asti

www.albergoetico.it.

Così è riuscito a coinvolgere anche sponsor motociclisti e raccogliere i fondi necessari sia per aiutare le persone con Sindrome di Down sia per compiere la sua avventura (5 anni, 5 continenti, 70 nazioni e 120.000 km). Ecco cosa consiglia:

«Questo è un tema estremamente delicato come potete ben immaginare.

Il mio consiglio è uno ed uno solo: avere un progetto solido ed effettuare una buona preparazione prima ancora di contattare i potenziali sponsors.

Personalmente, prima di cominciare la ricerca, durata in totale 6 mesi, ho preparato con accuratezza una presentazione con una grafica professionale che potesse catturare l’attenzione dei potenziali partners.

Parliamoci chiaro: il giro del mondo in moto in solitaria non fa più notizia se effettuato fine a se stesso. Ci sono altre migliaia di imprese forse addirittura più avventurose e meritevoli e anch’esse hanno difficoltà a reperire le risorse necessarie.

La grande differenza nel mio progetto è data dalla collaborazione reale, concreta, effettiva con l’associazione Albergo Etico di Asti che si preoccupa di mettere persone con Sindrome di Down nella condizione di avere una vita più indipendente possibile. E la mia collaborazione non è solo teorica come ahimè, purtroppo, a volte accade.

Quindi, il punto principale è avere un progetto concreto, diverso dalla moltitudine, avallato da fatti concreti, misurabili e sicuri di poter avere l’appoggio dei media.

Quando avrai un progetto concreto, potrai presentarlo in una maniera ottimale investendo nella parte grafica e nell’editing. Non ti resta che preparare una lista di possibili aziende che possano essere interessate.

Il farsi ricevere è la cosa più difficile, ma non dovrai demordere. Ci saranno tanti “no” prima di arrivare al fatidico “sì” che ti cambierà la vita!»

I pro di una sponsorizzazione tecnica sono molteplici: prima fra tutti la credibilità che un marchio può dare al nostro progetto. In secondo luogo la visibilità che il marchio ci offrirà attraverso i suoi canali di comunicazione (social, comunicati stampa, cataloghi, eventi) e, terzo, il risparmio economico a fronte dell’equipaggiamento di cui si è omaggiati.

I contro sono ovviamente legati al rispetto degli accordi presi che, se in conflitto con la natura del viaggio, potrebbero creare dei limiti.

Viaggi in base ai documenti necessari

Un altro criterio per pianificare il tuo viaggio potrebbe essere quello di orientarti a includere o escludere dalla tua visita quei paesi che richiedono determinati documenti, quali visti, vaccini o assicurazioni per la moto. Questo perché ciascuna pratica burocratica o sanitaria aggiuntiva implica inevitabilmente un costo aggiuntivo e prevede un ulteriore impegno di tempo da dedicare al reperire informazioni, contattare gli uffici e fissare un appuntamento per svolgere la pratica richiesta. Per farti un’idea dei paesi che richiedono visto, vaccini e il carnet de passage puoi osservare il planisfero qui riportato.

PAESI CHE RICHIEDONO VISTI, VACCINI E CARNET DE PASSAGE

MANUALE DEL MOTOVIAGGIATORE

Questa pagina é tratta dalla vecchia edizione del libro “Manuale del Motoviaggiatore“.

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Viaggi in solitaria

Chi viaggia in solitaria non ha bisogno di chiedersi perché, lo fa per questione di carattere, di personalità. Viaggiano in solitaria le persone che preferiscono l’indipendenza e che si sentono in grado di poter affrontare l’impegno del motoviaggio in autonomia.

Se già il viaggio-avventura in moto racchiude in sé l’idea di libertà, allora viaggiare in solitaria implica l’idea della libertà nella libertà.

Il vantaggio più evidente è che non si deve mai mediare né scendere a compromessi per nessuno degli aspetti organizzativi e decisionali di un viaggio, prima e durante l’avventura. Se il sogno che si nutre è preciso, diventa difficile accogliere un altro compagno: o lo si influenzerà nelle proprie scelte, o se ne verrà condizionati.

Siberia 2005. Dubito avrei potuto trovare un compagno di viaggio disposto a dormire sotto a un camion nella regione siberiana delle tigri.

Chi viaggia solo è autonomo e indipendente in tutto e per tutto: è libero di scegliere quante ore viaggiare, a che ora partire e quando fermarsi, dove mangiare e dove dormire. Tuttavia, questa libertà non deve farti pensare a un motoviaggiatore svogliato e pigro. Per me questa libertà significava anche decidere di svegliarmi alle 5 del mattino (come accadde in Australia) per guidare nelle ore più fresche della giornata.

Un altro vantaggio del viaggiare in solitaria è nelle relazioni con la gente locale. La solitudine rende più inclini ad essere aperti agli altri. Le persone che ti vedono viaggiare da solo ti considerano più vulnerabile, e per questo saranno più disposte ad aiutarti, qualora ne avessi bisogno. Al contrario, quando si viaggia in compagnia, la tendenza è quella di consultarsi tra di sé e di evitare di chiedere consigli altrove. In questo modo, si sacrificano parte delle interazioni con le persone locali.

Ma il vantaggio che considero più importante nel viaggiare in solitaria sta nel fatto di poter seguire il proprio istinto senza avere l’obbligo di dover spiegare o giustificare le proprie scelte ai propri compagni di viaggio (e quando si tratta di scelte istintive, spesso diventa difficile offrire una spiegazione logica!). Eppure capita non di rado: tu e il tuo amico state scegliendo il luogo dove accamparvi, siete stanchi e la vostra priorità è fermarvi quanto prima. Vedete un posto, e tu vorresti accamparti, mentre lui pensa che quello non sia il luogo più sicuro, e anche se il tuo istinto ti dice che siete nel posto giusto, sei portato a proseguire per non entrare in conflitto. Come spiegarlo al tuo compagno di ventura?

Io ho basato tutti i miei viaggi sulla possibilità di potermi fidare del mio istinto: quando “sentivo” che era bene fermarmi, mi fermavo; quando sentivo che era bene proseguire, proseguivo. Perché per quanto ci si possa preparare a quello che ci aspetterà in viaggio, alla fine è solo nel momento in cui ci troveremo in quel luogo che avremo la piena percezione di quello che stiamo vivendo e, di conseguenza, solo allora sapremo come orientare le nostre scelte. Spesso, giustificare le proprie scelte a un altro compagno può diventare fonte di tensione e assorbire preziose energie.
Ma l’istinto è una vera e propria dote al servizio del motoviaggiatore. Chi ce l’ha, non dovrebbe sacrificarlo.

Ci sono però anche diversi svantaggi, per chi viaggia solo. Quando ci si trova in situazioni estreme (pericoli, guasti meccanici, problemi di salute), la solitudine può essere una sfida ulteriore laddove, invece, il supporto di un compagno può essere prezioso. Per esperienza posso dire che lo spirito di sopravvivenza alla fine emerge comunque, ma ciò non vuol dire che sia sempre facile.
Inoltre, da soli diventa più difficile svolgere alcune operazioni logistiche richieste dal viaggio. Una di queste può essere la ripresa di video o lo scatto di fotografie.

Viaggi con amico/i

Il viaggio con un amico (o con più di un amico) è valutato da chi si sente più sereno e sicuro di sé in presenza di un’altra persona (magari una di maggiore esperienza per quanto riguarda la meccanica della moto), con la quale condividere la responsabilità di quelle che sono le scelte più importanti. È una buona opzione anche per chi, per carattere e personalità, pur essendo già un motoviaggiatore esperto, non sopporta la solitudine e preferisce la compagnia.

Il compagno di viaggio è un altro “noi” e viaggiare in compagnia ha diversi vantaggi:

  • darsi supporto morale;
  • dividere la responsabilità delle scelte e dell’organizzazione;
  • aiutarsi nella navigazione e nella richiesta di informazioni alle persone che si incontreranno lungo la strada;
  • una maggiore sicurezza in caso di minacce;
  • una maggiore tranquillità in caso di malattia o guasti meccanici;
  • un aiuto per tutto ciò che riguarda il reportage del viaggio attraverso la ripresa di foto o video.

Kazakistan 2016. Con Mark, compagno di viaggio per qualche giorno. Questo selfie con la polizia poteva fargli perdere la testa.

Se stai valutando l’ipotesi di viaggiare con un amico, sarebbe molto utile se anche lui avesse il tuo stesso modello di moto, in modo tale da potervi dividere il carico dei ricambi ed essere entrambi consapevoli delle caratteristiche dei vostri mezzi.

Un altro vantaggio è quello di poter dividere il carico dell’equipaggiamento, così da essere entrambi più leggeri. Ad esempio: uno porta la tenda, e l’altro il kit da campo per la cottura dei pasti, oppure dividersi i pesanti attrezzi per la manutenzione meccanica.

Alcuni degli svantaggi tipici del viaggio in compagnia sono il fatto di potersi precludere molte esperienze con la gente locale, poiché è normale che in compagnia si abbia la tendenza a darsi una mano a vicenda, lasciando solo come ultima ipotesi quella di un confronto con le persone del posto. Si è anche meno portati a parlare una lingua straniera e magari si cadrà nell’abitudine a reiterare con il proprio amico quelle che sono le nostre consuetudini di quando siamo a casa. Questo può essere un limite.

È un limite anche il fatto che insieme si è meno liberi di conoscere e frequentare persone dell’altro sesso. Nessuno dei due sarà disposto a fare da terzo incomodo.

Lo svantaggio più grave è sicuramente quello di dover scendere a compromessi ogni qual volta ci sia una decisione da prendere. Lasciatelo dire: è difficile essere sempre d’accordo su tutto, anche se stai viaggiando con il tuo miglior amico d’infanzia. Ci sarà la sera in cui lui sarà stanco e tu vorrai continuare, o quella in cui tu avrai fame e lui no.

Non bisogna dimenticare l’eventualità che il rapporto tra due compagni di viaggio possa incrinarsi strada facendo, fino al punto in cui diventerà impossibile proseguire l’avventura insieme. Dividersi e andare ciascuno per la propria strada potrebbe allora rivelarsi la soluzione più matura. Meglio una separazione che completare il resto del viaggio in un clima di frizione. Il problema è solo uno: cosa succederà se si è diviso l’equipaggiamento?

Nel caso di gruppi con più di due integranti, molto dipenderà dal rapporto che si instaurerà tra i compagni di viaggio. Inevitabilmente, ci sarà sempre qualcuno che diventerà leader, un po’ per carattere, un po’ perché ne ha l’esperienza, e un po’ per designazione da parte degli altri amici. Il leader sarà colui che alla fine farà pendere l’ago della bilancia su una soluzione piuttosto che su un’altra, prendendosene però tutta la responsabilità.

Viaggi in coppia amorosa

Personalmente credo sia più facile gestire un viaggio in coppia con la propria compagna che con uno o più amici. Ci sono infatti alcuni aspetti che possono avvalorare questo tipo di esperienza. In primo luogo, il viaggio diventa anche l’occasione per fortificare il proprio rapporto amoroso. La moto diventa lo strumento con cui realizzare un grande sogno comune, che magari si covava da tempo. Alla luce di questo, uomo e donna vivranno il viaggio entrambi da protagonisti, in un rapporto paritario, seppur con compiti ben diversi. Già in fase di preparazione, prima ancora di partire, l’organizzazione di un viaggio in coppia può essere molto piacevole: tutto è condiviso e ci si aiuta l’un l’altra nella richiesta dei documenti, nella preparazione della moto e nella scelta dell’equipaggiamento.

Islanda 2017. Guadare i fiumi è ancora più avvincente se a bordo della tua moto c’è la tua compagna.

Questo supporto morale reciproco si esplicherà in maniera ancora più intensa durante il viaggio vero e proprio. Per il maschio, avere con sé la propria donna lo spronerà a un’audacia maggiore, sapendo che avrà anche il compito di proteggerla e di prendersene cura. La donna, da parte sua, è un supporto prezioso in molte delle operazioni di viaggio.

Inoltre, a differenza di quanto può accadere viaggiando in coppia con un amico, la coppia amorosa non tende quasi mai a chiudersi in sé stessa, ma anzi stimola nei confronti delle persone locali una certa filantropia. Se viaggiare da solo ti fa vedere vulnerabile e bisognoso di aiuto, viaggiare con la tua compagna svilupperà un’ulteriore dose di rispetto e di vicinanza con la gente del posto.
Un altro vantaggio da tenere in considerazione è nella gestione dei ritmi di guida. Mentre con un ipotetico compagno di viaggio questo punto potrebbe essere motivo di compromessi (c’è sempre chi vuole andare più veloce e chi invece vuole prendersela con più calma e tranquillità), questa conflittualità non esiste nella coppia amorosa, soprattutto se si viaggia sulla stessa moto e la donna sarà portata a vivere la moto in modo “passivo”.

L’altra faccia della medaglia é che, nel rispetto della propria donna, si è portati ad essere più prudenti di quanto saremmo stati senza di lei.

Tra gli svantaggi, un punto da tenere in considerazione riguarda il carico della moto: in due, bisognerà essere bravi a ottimizzare lo spazio a disposizione, considerando che ciascuno avrà metà della capienza possibile.

Sarà importante anche avere una moto idonea, in termini di prestazioni e di comodità. Primo, perché una moto con due passeggeri e a pieno carico può arrivare a pesare intorno ai 450 chili; secondo, perché in due, se gli spazi sono stretti, si rischia di viaggiare entrambi schiacciati. E allora tutto diventerà una sofferenza. Meglio evitare.

Un ultimo punto a vantaggio del viaggio in coppia riguarda la vita sessuale, che con il proprio partner sarà sempre appagante. Non è un aspetto da sottovalutare: se alle fatiche in moto si sommerà anche una penuria di sesso, alla lunga potremmo diventare davvero intrattabili.

Viaggi in coppia amorosa su due moto

Questa foto riassume la complicità e la passione che unisce Matteo e Valentina.

Conosco poche ma importanti testimonianze di coppie che viaggiano su due moto. Gli aspetti che possono avvalorare questo tipo di esperienza sono gli stessi dell’argomento precedente con l’unica eccezione che anche la compagna guida

una moto e partecipa attivamente al viaggio. Quando percorrevo le Vie della Seta e mi trovavo in Tagikistan incrociai Matteo e Valentina, rispettivamente a bordo di una Honda Transalp 600 del ‘91 e una Yamaha TTE 600 del ‘92. Erano partiti dall’Italia, proseguivano verso il Pamir e avrebbero continuato fino in Giappone.

Dal nostro incontro appresi che Matteo era incerto sull’affrontare un viaggio così tecnico (gli sterrati del Pamir sono ben noti per il manto sconnesso di certi tratti) assieme alla sua compagna, ma Valentina mi confermò che dopo un corso di fuoristrada aveva preso confidenza e lo sterrato aveva cominciato a divertirla. Il Pamir ha fatto da sfondo all’avventura di un’altra coppia di amici: Alessandro e Arianna, rispettivamente a bordo di una CBF600 e una CBX500.

Viaggi di gruppo

Coloro che hanno disponibilità di tempo ben precise spesso si affidano a specialisti in grado di concentrare il meglio di un paese in un itinerario realizzabile in un paio di settimane o poco più.
Quando ho fondato Ride True ADV volevo mettere la mia esperienza al servizio di altri appassionati e permettere loro di viaggiare nel migliore dei modi, in base alle preferenze di tempo e budget!

2020: gruppo di 17 partecipanti (anche in coppia) che ho guidato a Capo Nord in modalità WILD, nell’agosto 2020, con Ride True ADV.

Per chi ha poco tempo per viaggiare, la soluzione migliore può essere proprio quella di delegare al tour operato tutte le “grane” logistiche e organizzative: dal reperimento dei visti, alla prenotazione di voli e alberghi, al noleggio della moto o addirittura alla spedizione del proprio mezzo.

Ciò che accomuna questo tipo di esperienze agli altri tipi di viaggi resta il desiderio di voler scoprire terre lontane utilizzando la moto come strumento della propria avventura. Pertanto, li considero a tutti gli effetti dei viaggi veri e propri.

Oltre alla sicurezza di avere qualcuno che si occupa dell’organizzazione e della logistica, il grande vantaggio è che, anche in caso di imprevisti lungo il percorso, non si è mai soli e si ha sempre l’assistenza di un accompagnatore, di un meccanico e degli altri motociclisti.

Nei gruppi che guido ho notato due profili diversi: motociclisti capaci di viaggiare anche da soli ma con poco tempo a disposizione e neofiti che sperimentano il viaggio in compagnia dei nostri gruppi per prepararsi a un’eventuale prossima esperienza in solitaria.

Donne in viaggio

Donne che viaggiano in coppia, con il proprio partner, ma anche donne che viaggiano da sole, in perfetto stile avventuriero.

Essere donna non significa rinunciare al proprio viaggio in moto «perché è un affare da maschi». Il sesso, come l’età, non è un elemento discriminante nella definizione dei requisiti fondamentali per affrontare un’avventura.

A supporto della mia affermazione ci sono le storie di innumerevoli motoviaggiatrici che ho conosciuto per il mondo. Alcune viaggiavano con il fidanzato o in gruppo, ma la maggior parte di loro lo ha fatto da sola!

Perciò, il messaggio è chiaro: il viaggio-avventura in moto non è un’esperienza prettamente maschile.

Ecco un elenco di alcune donne temerarie, che in sella alla propria motocicletta hanno scoperto il mondo, lanciando un messaggio di indipendenza e di audacia.

Linda Bootherstone Bic

2006: Lida che posa davanti alla sua Suzuki DR350 e che ho incontrato a Khuala Lumpur, capitale della Malesia.

Tra tutte queste motoviaggiatrici, vorrei dedicare qualche parola a Linda Bootherstone, che ho avuto modo di conoscere in viaggio. Era il 2006, ci incontrammo da “Sunny Cycle”, un’officina di Kuala Lumpur specializzata nella riparazione di “big bikes”, “le grandi moto”, come le chiamano da quelle parti.

Lei stava facendo il tagliando alla sua Suzuki DR 650 mentre io dovevo cambiare tutto il gruppo catena-corona-pignone. Linda aveva già passato i sessant’anni, era una donna esile ma energica, con due occhi vispi.

Era alta meno di un metro e sessanta. Era partita da sola da Gibilterra, a bordo della sua vecchia Suzuki, ed era diretta in Australia, il suo paese di residenza. Mantenni i contatti con lei e successivamente seppi che giunse a Darwin l’anno seguente, dopo aver percorso 81.000 km in 21 mesi.

Oggi (2020 ha 75 anni e mi ha appena chiesto informazioni sul Sud America dove viaggerà in moto nei prossimi mesi. Ovviamente da sola!

Per informazioni: www.haefale.de/linda/