Gionata in viaggio, TAPPA 4: Nuova Zelanda

18 Dicembre 2007

Mi sveglio presto, ma gingillo con il computer fino a metà mattinata.

Quando mi alzo per fare colazione, leggo la mail di Peter Bedford che, dal porto, mi chiede le chiavi per aprire le borse moto. L’isperzione della dogana é pronta.

Per avviare il tutto in giornata e velocizzare l’importazione della moto, decido di recarmi con le chiavi di persona e fare due chiacchiare con Peter riguardo i tempi ed i costi delle operazioni.

newzealand207Disto a 37 km dalla dogana e per arrivarci devo recarmi dall’altro lato della città. Quando arrivo sono le 14. Peter mi mostra la moto e mi dice che l’ispettore visionerà il tutto e deciderà se far lavare la moto o no. E cosa dovrà essere lavato e cosa no. E cosa potrà essere solo aspirato con l’aspiratore e cosa invece dovrà essere spruzzato con il prodotto disinfettante.

A me in realtà tutto questo interessa solo per una questione di soldi in più che l’ispezione mi costerà. Peter dice 100 dollari. Poi scende a 50. Conferma per 75.

In australia ne avevo spesi 315…. per cui non mi lamento.

L’ispettore sarà in ufficio verso le 16 per cui, sotto consiglio del signor Peter, vado a fare uno spuntino e mi ripresento dopo un paio d’ore.

Ma prima di ritornare, approfitto della strada fatta fino a quella parte di città per tentare un’ultima volta di trovare la mia giacca CLOVER. Sono 10 giorni che é andata smarrita e, dopo le chiamate e le mail fatte in giro, non si é trovato niente.

Chiedo del signor Kuni, ragazzo di nazionalità giapponese che guidava lo shuttle bus che mi ha portato in città il giorno che ho perduto la giacca. Ottengo il numero da un collega, ma prima di fare ritorno alle questioni doganali, chiedo in giro in quale reparto dell’aereoporto potrei chiedere di un giubbotto andato smarrito.

Tutti mi scoraggiano dicendo che non lo troverò e che di solito gli oggetti perduti vengono messi all’asta.

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Mi reco comunque all’ufficio Lost & Found dell’aereoporto inernazionale. Mi fanno vedere una lista di oggetti simili al mio che sono stati trovati fra l’8 ed il 10 Dicembre, data in cui sono arrivato ad Auckland.

Chiedo di farmi mostrare una giacca che corrisponde alla descrizione del mio, salvo per il nome della marca.

Niente, non é lui.

newzealand214 Ritorno all’ufficio domestico da cui sono venuto e ringrazio i conducenti taxi per l’aiuto. Chiedo se hanno un ufficio bagagli perduti anche lì, ma mi dicono che non ce ne sono. Tuttavia, mi esortano ad entrare e chiedere in giro.

Allo sportello dell’ufficio bagagli dell’aereoporto domestico, mi fanno entrare e dare un occhiata di persona fra i giubbotti ritrovati che stanno appesi nel guardaroba. Niente.

La signora si ricorda perfino del giorno in cui ho chiamato e così, intenerita dalla mia passionale ricerca, mi chiede il numero di telefono in caso debba comunicarmi qualche novità riguardo il mio CLOVER.

Faccio per uscire, ormai arreso, quando decido di chiedere anche alla compagnia aerea con cui ho volato ad Auckland.

Il signore dietro al banco é simpatico e disponibile ed ingaggia una signora nella ricerca. La signora sparisce dentro agli uffici Quantas e ritorna poco dopo con il mio giubbotto in mano.

Inizio a gridare e mi inginocchio tenendole la mano e chiedendole di sposarmi. MI alzo, la stringo a me e la bacio sul collo mentre lei mi sussurra che ha già il marito.

Tutti mi guardano e ridono della mie parole emozionate e applaudiscono quando esco dall’aereoporto in corsa gridando come un cowboy che sventola la giacca come fosse una cappio.

newzealand218Quando torno alla dogana sono strafelice e discuto il da farsi con Peter ed il suo superiore Phil. Mi dicono che solo la moto, le borse e la tenda devono essere lavate e che il resto posso portarmelo a casa oggi. Metto tutto in una scatola e carico quello che posso nella macchina che ho preso in prestito da Andrea.

Praticamente non dovrò guidare la moto a pieno carico quando la ritirerò, il che é un grande vantaggio.

Rimaniamo d’accordo per domani o dopo domani. Quando l’ispezione e la doppia ispezione saranno state fatte, verrò contattato e  ritornerò in autobus per prelevare la moto e guidarla fino a casa.

Per tornare da Andrea mi ci vuole 1 ora e mezzo, causa forte traffico. Mi sento così felice per la giacca e la moto che mi fermo a comprare pizza per tutti e coca cola ed entro raggiante in casa raccontando a tutti che sono in procinto di partire.

La pizza piace e viene divorata e così mi sposto in giardino dove ordino le mie cose da moto che ho ritirato in dogana, in scatole ben ordinate su un pancale davanti casa di Andrea.

Nel mentre faccio questo, mi chiama qualcuno. La voce é familiare, ma non posso credere sia proprio lui. Mi chiama per nome, in italiano. Mi dice ” Nencio?”

newzealand219 Quando scopro che é veramente il Calo vecchio amico delle scuole superiori, mi sale un nodo di emozione. E’ sorprendente sapere che adesso lui, per lavoro, si trova in Western Australia e che ha saputo del mio viaggio e si congratula. Io invece sono fiero di lui ed anche contento che mi stia chiamando un vecchio amico con la vera spontanea intenzione di sapere come sto.

Altri invece si fanno vivi solo per parlare con qualcuno di cui leggono nelle riviste. Patetico….

Andrea scappa a lavoro e così io finisco le mie cose al computer quando scopro che, la giornata felice di oggi, é arrivata al termine.

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Relativo a Gionata Nencini

Mi chiamo Gionata Nencini, toscano classe 1983 e viaggiare in moto è la mia più grande passione. Nel 2005, a 21 anni, parto per il giro del mondo con in tasca solo 2.200 euro e oggi ho uno storico di 500.000 km percorsi in solitaria attraverso 77 paesi. PARTIREper è il blog che racconta le mie esperienze e quelle della mia community.

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